BELMONTE CALABRO (CS) – Riparte all’Ex Convento di Belmonte Calabro (cs) la rassegna, giunta alla terza edizione, “con il Teatro non si mangia” e dedicata ai nuovi codici del teatro. La rassegna, ideata da Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea, riprende e rilancia sotto forma di domanda l’utilità del teatro, il suo essere necessario, ma è anche porre in azione nuove modalità di fruizione e di audience development. La rassegnasi svolgerà ancora negli spazi dell’Ex Convento, spazio che ha saputo rigenerarsi e diventando luogo di accoglienza per residenze creative e che vuole diventare uno spazio teatrale.
La scelta dei tre spettacoli che compongono la rassegna traccia un percorso che dal teatro ci conduce al teatro-circo. Vogliamo mostrare le nuove possibilità di messa in scena, indagare i nuovi codici di rappresentazione.
Si parte il 19 maggio con “Masculu e fìammina” di e ccon Saverio La Ruina della Compagnia Scena Verticale. Un uomo si confessa con la madre che non c’è più. Confida la propria omosessualità a lei che certamente, in silenzio, con amoroso rispetto, aveva intuito. In Masculu e Fìammina, Saverio La Ruina, tra gli attori più premiati della scena italiana, sgrana delicatamente un tipico confessarsi del sud: in un meridione con la neve, tra le tombe, finalmente con la sensazione d’essere liberi di dire.
Venerdì 16 giugno “Due parole in croce” di e Con Giuseppe Semeraro della compagnia Principio Attivo Teatro. Due parole in croce è un rito teatrale che attraverso la poesia mette insieme corpo attoriale e corpo intimo della parola. I testi, tutti originali, sono come dei racconti in versi, dei piccoli cortocircuiti del quotidiano. La poesia, così, esce dal suo guscio e incontra il pubblico parlando alla gente in maniera diretta per guardarla negli occhi nel momento in cui la parola diventa il luogo di quell’incontro. Musiche dal vivo eseguite da Leone Marco Bartolo cantautore e musicista che spesso diventa il motore e anima dello spettacolo.
Sabato 1° luglio “Canzoni sull’orlo di una crisi di nervi”, Francesca Palombo da vita a Pepa Lopez de Leon, diva decadente, armata di fisarmonica, dà inizio al suo concerto, sfoggiando canzoni autocelebrative. Pian piano, però, il suo delirio interiore si svela e l’atmosfera si tinge di una vena masochista e surreale.
A metà strada tra il caffè chantant e il teatro canzone, uno spettacolo che strizza l’occhio al clown contemporaneo e a certi personaggi almodovariani, dove gli eccessi autodistruttivi e gli estremismi emotivi diventano un pretesto per ridere e sorridere di certi clichè, ma anche per riconoscersi nella fragilità del personaggio. La musica, la comicità e l’ironia si fondono per dar vita a uno spettacolo divertente e surreale.