Cosenza – «Non servono ristori o aiuti. Non ci serve l’elemosina, ci basterebbe essere pagati per il lavoro fatto». E’ un grido, quello del promoter Maurizio Senese della Esse Emme Musica, che sottolinea quanto la drammaticità del momento mondiale debba oggi anche fare i conti con certi oramai consolidati meccanismi da malaffare che portano le amministrazioni, alcune amministrazioni, a non rispettare accordi e contratti, sempre a discapito dei privati.
Il caso specifico di cui parla Senese è quello del Comune di Cosenza, sindaco Mario Occhiuto, dirigente della Cultura Giampaolo Calabrese, che deve alla Esse Emme Musica ben 60mila euro per eventi fortemente voluti dalla struttura Cultura e Grandi eventi. E’ l’equivalente ancora da saldare dei concerti di Fabri Fibra e Achille Lauro, organizzati dal promoter su espressa volontà dell’Amministrazione della Città dei Bruzi.
«Il Comune di Cosenza – spiega lo stesso Senese – ci deve ancora pagare a distanza di quasi due anni una rimanenza di euro 23mila del Capodanno 2019 per il concerto di Fabri Fibra, e 37mila euro per il concerto di Achille Lauro eseguito nel mese di luglio 2019 nell’ambito del Festival delle Invasioni, per un totale di 60mila euro». «Pur sapendo di non avere economie, il sindaco Occhiuto, insieme al dirigente Calabrese, hanno pensato di aggiungere un ulteriore debito a quelli della già alta montagna del Comune in dissesto, colpendo noi privati – continua Senese -. La coppia della Cultura e Grandi Eventi cosentina ribadiva che gli eventi andavano fatti. Tanto pagava la Esse Emme Musica! A nulla è sembrata servire la terna commissariale chiamata a gestire il dissesto finanziario della Città di Cosenza, visto che a distanza di mesi non si è ancora mossa una foglia. Cioè, qualora non fosse ancora chiaro: non è stato fatto nulla».
Tornando a Occhiuto e Calabrese, Senese racconta anche che «ripetevano di dover fare bella figura, perché il primo cittadino con molta probabilità si sarebbe presentato come candidato alla Presidenza della Regione, e per farlo si preparavano le documentazioni necessarie per fare ugualmente un concerto, ma con la casse vuote. E quindi siglando accordi che già si sapeva, non sarebbero mai stati pagati». «In Calabria non finiremo mai di stupire: le malefatte arrivano proprio dai vertici. E la colpa è di noi calabresi che continuiamo a supportare una politica arrogante che lavora a discapito dei suoi stessi cittadini. Presto ci saranno le elezioni, diamo in pasto ai maiali questa politica, questo modo di fare che da anni rovina la nostra splendida terra, fatta per lo più di gente perbene».