Convegno sulla Carta del Gusto

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COSENZA – Si torna a parlare di Carta del Gusto e dei prodotti a denominazione comunale. L’occasione la forniscono la Fiera di San Giuseppe ed il convegno promosso dalla Biblioteca Nazionale e dall’Assessorato alla crescita economica urbana, in programma oggi alle ore 17,00 presso la Casa delle Culture.
Ispiratore dell’iniziativa è l’Assessore alla crescita economica urbana Nicola Mayerà che da tempo sta coltivando l’idea di far finalmente decollare la Carta del gusto nella piena convinzione che le produzioni e le eccellenze del nostro territorio devono aprire nuove prospettive di sviluppo e di valorizzazione.
Il convegno di domani prevede la partecipazione del Sindaco Mario Occhiuto, del Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone, dell’Assessore al turismo, marketing territoriale ed eventi Rosaria Succurro, della Direttrice della Biblioteca Nazionale Elvira Graziani e di Gioacchino Lena, Presidente dell’Istituto per gli studi storici.
Due le relazioni in programma: quella di Rita Fiordalisi, curatrice, insieme a Massimo De Buono, della mostra bibliografica allestita alla Casa delle Culture, dal titolo “Chissu si trova ara Fera”, sui prodotti che hanno fatto la storia della Fiera di San Giuseppe, e quella dello storico Stefano Vecchione.
Le conclusioni sono affidate a Nicola Mayerà, assessore alla crescita economica urbana del Comune di Cosenza.
Nel corso dell’iniziativa di domani pomeriggio saranno approfonditi anche i temi al centro della mostra bibliografica ospitata alla Casa delle Culture fino al 19 marzo.
“L’esposizione bibliografica – sottolinea la curatrice Rita Fiordalisi – pone l’accento sui prodotti che hanno fatto la storia della fiera e che ancora oggi sono i vessilli di questa storica esposizione e lo fa in una “location” d’eccellenza, la casa delle Culture, che accoglie al suo interno il museo dell’ ottocento offrendo quindi la possibilità di ammirare non solo la mostra bibliografica ma di contestualizzare gli oggetti ed i manufatti venduti alla fiera in una realtà contadina ed in una società cosentina che appare ancora viva”.

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