di Lucia De Cicco
“LaBella e la Bestia” il musical che ha visto il teatro Rendano di Cosenza come magnifica cornice di questo spettacolare e imponente lavoro della Compagnia delle Alghe, compagnia teatrale amatoriale di Cerisano, Cs, chiude le sue repliche con un sold out e con la presenza di Stefano D’Orazio, musicista, già componente dei Pooh, di Lena Biolcati, che negli anni trascorsi ha tenuto degli stages proprio per la Compagnia. Attori recitanti, protagonisti, Silvia Di Stefano, Andrea Cosentino, nella parte della Bella e di Bestia e nel ruolo di Babette, l’attrice Lucia Bianco. Com’è possibile che una compagnia amatoriale, nata per solidarietà, una raccolta fondi da destinare ad una macchina per l’assistenza sul territorio agli anziani e a chiunque ne facesse richiesta per il trasporto anche fuori Regione per cure mediche, diventi una Compagnia di successo tanto da attrarre nomi di questa importanza. Semplice, tutto nasce dall’amore e dalla determinazione di due coniugi Lory Nucaro e Massimiliano Pellegrino, due persone che svolgono un lavoro come tanti per vivere e che risiedono nel centro delle Serre Cosentine. Un Centro, Cerisano, tuttavia, che nel tempo ha registrato nomi di eccellenza, nel giornalismo, nella pittura e sede per moltissimi anni del Festival delle Serre, una passerella estiva di nomi illustri dello spettacolo, della cultura e del cinema Italiano, come Nicola Piovani, Paolo Villaggio, Michele Placido e tantissimi altri nomi del jazz e della musica d’autore come Danilo Rea. Ma nella storia di questa ridente cittadina, adagiata ai piedi di Monte Cocuzzo, vi sono avvenimenti importanti come l’allestimento di Palazzo Sersale in ospedale militare ai tempi della II guerra mondiale, dove spirò un pittore ebreo polacco, seppellito nel cimitero comunale. Oggi, codesto Palazzo, è riportato a una bellezza senza respiro, per chi ha la fortuna di visitarlo, con il suo giardino, le sue sale, il pozzo messo al centro del chiostro e i sotterranei, antiche prigioni, che forse nascondono passaggi segreti e spose che si aggirano senza riposo. Leggende, certo, ma che rendono il tutto più suggestivo e da dove la gente del luogo nel tempo ha attinto l’humus per sviluppare l’arte, oppure il suo bisogno. Certo il bisogno d’arte non dà da mangiare dice qualcuno, ma non di solo pane si vive, diceva qualcun altro di gran lunga più importante. Forse è proprio qui fra tradizione, arte, musica e mistero, che la compagnia attinge la sua nascita e la sua crescita per rilanciarsi con un progetto ambizioso, forse, quello di creare un’Accademia di Arti Performative, in cui canto, recitazione, dizione e discipline artistiche, come il ballo, possano confluire, idea che porterà la creazione di quest’ambizioso progetto nella Città bruzia. Con il patrocinio dell’assessorato alla comunicazione e spettacolo di Cosenza, Rosaria Succurro. Insomma arrivare in pochi anni a questi livelli artistici, c’informa uno degli attori, Massimo Cistaro, non è stato facile e soprattutto, necessita di tanta determinazione e prove costanti. Nella mattinata, del 24 scorso c. m, che ha preceduto in conferenza stampa, il musical serale e che però è andato in scena per le Scuole del Cosentino, che ad ogni applauso, facevano seguire delle vere e proprie esclamazioni corali d’approvazione, attendiamo l’arrivo di uno dei nomi più importanti dello scenario musicale degli anni ‘90 del secolo scorso e dei primi anni del nuovo secolo, Stefano D’Orazio, celebre musicista di un gruppo leggendario degli anni sessanta, sopravvissuti ancora oggi alle mode e ai cambiamenti con una grande capacità di adattamento al nuovo, i Pooh. Arriva trafelato, con un gruppo di persone, si sente subito attratto dalle musiche del musical e si affaccia fuori un istante dalla Sala Quintieri, al secondo piano del teatro Rendano. Ancora la conferenza non inizia, il musical è alle ultime battute, dove il celebre brano, cantato da Gino Paoli e Amanda Sandrelli nel celebre film di animazione per bambini, sta andando nella scena ultima. Lo catturiamo, mentre prende padronanza dell’ambiente, rilassandosi, un attimo dal suo viaggio, sorseggiando dell’acqua e concedendosi alla nostra intervista.
Stefano D’Orazio, sarà lei il supervisore artistico del progetto di formazione dell’Accademia d’arte in stile USA. Come svolgerà il suo compito?
Un supervisore ha il compito di capire qual è il meccanismo, l’itinerario e soprattutto i talenti, che all’interno di quest’Accademia devono o possono fare un certo tipo di percorso artistico. Il compito è quello alla fine di circondarsi di un gruppo di collaboratori eccellenti, che permettano che tutto, poi, sarà in discesa e dove là, il cadere in piedi diventa importante, perché si ha attorno collaboratori validi, che riescono a rendere possibile la fantasia, che uno ha in mente e questo penso sia il segreto, se segreto si può definire, la grande fatica, dove individuare personaggi, dare spazio e fare dei piccoli passi indietro di tanto in tanto.
Ciò per capire che cosa?
Per capire che ci sono persone, che stando in contatto con un certo tipo di realtà, forse ne sanno un poco di più di chi sta, invece, seduto dietro una scrivania.
Ha potuto individuare qualche talento in mezzo agli attori della Compagnia delle Alghe?
Ancora è presto per poterlo comprendere. Nello specifico però questo progetto, che stiamo cercando di lanciare a Cosenza, è proprio quello di individuare dei talenti e soprattutto fare in modo che essi, guidati in un certo modo, facciano ciò che si chiama: “il salto di qualità” per diventare, come in questo caso, da ottimi dilettanti a buoni professionisti e ci piacerebbe tanto che diventassero, anche, ottimi professionisti.