Secondo appuntamento della stagione di prosa del Teatro “Rendano”, di cui è direttore artistico Isabel Russinova, sabato 5 gennaio (ore 20,30) e domenica 6 gennaio (ore 18,00) con il Pirandello di “Questa sera si recita a soggetto”, protagonista una coppia “storica” della scena italiana, quella formata da Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini.
In questa nuova versione dell’atto conclusivo della trilogia pirandelliana sul teatro nel teatro (prima di “Questa sera si recita a soggetto”, il tema era stato già sviscerato dal drammaturgo siciliano in “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a suo modo”) la regia è firmata da Ferdinando Ceriani, mentre l’allestimento è una produzione della Compagnia Molière e del Teatro “Quirino Vittorio Gassman” di Roma.
Scritta più di 80 anni addietro, la commedia conserva una sorprendente attualità, risolvendosi nella sintesi perfetta di una straordinaria macchina teatrale che, forse, non è altro che un potente affresco della vita, grottesca e drammatica. Circostanza che fece esclamare, in un momento di esaltazione, allo stesso Pirandello, dopo la prima rappresentazione, avvenuta a Könisberg il 25 gennaio 1930, : “Tutto il teatro recita!” La pièce è una complessa architettura di strutture a incastro in cui la ben nota passione del drammaturgo siciliano per il metateatro arriva a una delle sue vette più alte. La quarta parete (il muro trasparente tra il palcoscenico ed il pubblico) viene completamente abbattuta e l’inizio dello spettacolo coincide con un alterco fra gli attori della compagnia, che litigano con il regista su come dover rappresentare il testo da mettere in scena (che è una novella dello stesso Pirandello, “Leonora addio!”). Il testo deve essere rappresentato a soggetto, senza un copione predeterminato. Il regista-demiurgo (il dottor Hinkfuss), mette in discussione tutti gli elementi del teatro, vorrebbe suddividere il racconto in quadri ed episodi, in modo da dare ordine e rigore formale alla struttura dello spettacolo ma gli attori non sono d’accordo e non ci stanno a fare le marionette. Temono che la rigidità della struttura vada a scapito della loro immedesimazione e dell’intensità dei sentimenti rappresentati, soprattutto in funzione del fatto che la novella di riferimento è una storia di amori e gelosie. Da questi conflitti si sviluppa un gioco di grandi equilibrismi e di raffinatissime trovate metalinguistiche che giocano su questo doppio versante, teso da una parte a svelare la macchina della rappresentazione e il lavoro di costruzione di una messa in scena; dall’altro, ad esaltarne le potenzialità evocative ed emotive e l’intensità dell’immedesimazione.
Nell’allestimento firmato da Ferdinando Ceriani e che andrà in scena al “Rendano” il 5 e 6 gennaio, Mariano Rigillo che torna nel teatro di tradizione cosentino a qualche anno di distanza da “Romolo il Grande” di Friedrich Dürrenmatt, interpreta (nella novella che deve essere inscenata dagli attori) il ruolo del signor Palmiro, il padre di famiglia che muore per una coltellata infertagli mentre difende una cantante di tabarin. Palmiro lascia quattro figlie: la maggiore, Mommina, che è stata una cantante lirica (l’attrice è Silvia Siravo) e che è sposata a Rico Verri, uomo geloso che la maltratta e le impedisce di continuare a coltivare la sua passione per il canto, muore di infarto, mentre intona, su richiesta delle sue bambine, una romanza tratta dal “Trovatore”. Nei panni della moglie di Palmiro, Ignazia, detta la Generala, c’è, invece, l’attrice Anna Teresa Rossini. Il dottor Hinkfuss, il regista-demiurgo, è impersonato da Ruben Rigillo. Completano il cast Federica Marchettini, Serena Marinelli e Chiara Cavalieri, nei panni rispettivamente delle altre tre figlie di Palmiro, Totina, Dorina e Nenè, e ancora Giacinto Palmarini (Rico Verri), Andrea Nicolini (il Pianista),Salvatore Rancatore (l’assistente), Carla Ferraro (la chanteuse), Francesco Di Trio (lo spettatore), Simone Vaio (Nardi), Gabriele Geri (Sarelli) e Beatrice Coppolino (la Figlia).
Le scene sono di Andrea Bianchi/Forlani, le musiche di Alessandro Panatteri, i costumi di Marta Crisolini Malatesta e il disegno luci di Giovanna Venzi.