COSENZA – Arriva anche sul palcoscenico del teatro Rendano di Cosenza lo spettacolo “Terroni”, tratto dal best-seller di Pino Aprile. Suggerito fortemente dal consigliere comunale Andrea Falbo, con il sostegno del sindaco Mario Occhiuto, l’opera è stata inserita, a margine della stagione di Prosa, nella programmazione dello stabile di tradizione il prossimo 30 novembre alle ore 21. Roberto D’Alessandro, autore, attore e regista calabrese, nato a Montalto Uffugo in provincia di Cosenza ma cresciuto artisticamente a Roma alla Scuola di Gigi Proietti, porta in scena la storia raccontata dal giornalista Aprile in una pubblicazione di grande successo editoriale. Lo spettacolo nasce proprio dall’esigenza di divulgare il contenuto dell’omonimo libro, con la necessità di far conoscere al maggior numero di persone la vera storia dell’Unità d’Italia, della sua economia, di quanto finora taciuto dalla storiografia ufficiale sugli eccidi compiuti durante la cosiddetta “lotta al brigantaggio”, sugli squilibri tra Nord e Sud su cui fu basata tutta l’economia del nascente Regno D’Italia, su come di fatto l’Unità d’Italia fu un atto di conquista sleale e scorretto da parte del Piemonte a danno del Regno delle Due Sicilie. «Se non si ristabilirà la verità su ciò che è accaduto 150 anni fa, l’Italia non vivrà mai alcuna pacificazione – si legge nelle note dello spettacolo da parte di D’Alessandro – La creazione di una supposta e sostenuta minorità meridionale è l’atto più grave che i fratelli del Nord hanno fatto ai danni dei fratelli del Sud, ancora esiste a Torino il Museo Lombroso, che aveva trovato (a dir suo) il cranio del delinquente naturale vicino Catanzaro, per altro ancora esposto nel museo e recante nome, cognome e provenienza. Si riflette, in sintesi, su come ancora oggi la differenza di trattamento tra Nord e Sud sia marcata, sull’assenza di infrastrutture nel Mezzogiorno e della deliberata volontà di mantenere il Sud in una condizione coloniale, poiché questo è stato sin dall’unificazione, e da colonia il Sud viene ancora trattato. Dalla presa di coscienza si spera poi un risveglio culturale e una riscossa, politica, economica, sociale». La forma teatrale con cui viene messo in scena questo materiale è il teatro Canzone. Roberto D’Alessandro cura anche l’adattamento teatrale e la regia. Le canzoni della tradizione e del repertorio meridionalista di Bennato, Modugno, Napoli, Paisiello, eccetera, vengono qui interpretate live da Mariano Perrella e dalla band musicale “Cantannu cuntu” di Acri. L’allestimento scenico è di Clara Surro, regista assistente è Paolo Orlandelli, ufficio stampa è Maria Fabbricatore, mentre i costumi sono curati da Salvatore Argenio e Annamaria Pisapia. Roberto D’Alessandro è, inoltre, testimonial del Comitato NO LOMBROSO che tenta da anni di far chiudere il Museo Lombroso di Torino nel quale vengono ancora esposti i crani dei cosiddetti briganti meridionali che dimostrerebbero la natura del delinquente naturale, aberrazione della scienza e inaccettabile opera di propaganda antimeridionale. «Ho accolto con favore l’idea del consigliere comunale Falbo di portare questo spettacolo a Cosenza – afferma il sindaco Mario Occhiuto, che è anche presidente della Commissione per il Mezzogiorno dell’ANCI – Divulgare tra le giovani generazioni i riferimenti storici di ciò che ha subito e vissuto in passato il Meridione d’Italia, può rivelarsi propedeutico a un rinnovato orgoglio nei riguardi delle risorse e dei valori territoriali che ci appartengono». Gli fa eco Andrea Falbo: «Avere ‘Terroni’ a Cosenza rappresenta un sogno che si avvera – dichiara il consigliere comunale – un motivo di grande orgoglio ed emozione. Ispirato al testo di Pino Aprile, molto diffuso in Italia e utilizzato come libro di testo in alcune scuole del Canada e degli Stati Uniti d’America, questo spettacolo è infatti concepito per ripristinare le verità storiche legate a quell’unificazione dell’Italia che ha dato vita alla cosiddetta Questione Meridionale, innescando a catena tutti gli accadimenti che hanno portato poi alle colossali differenze con il resto del Paese, sconosciute prima dell’Unità. La conoscenza porta alla consapevolezza: il coinvolgimento di studenti, istituzioni e cittadini alla visione di Terroni ha appunto come obiettivo quello di percorrere un sentiero convergente che porterebbe, oltre alla ricerca individuale della verità storica, un accrescimento collettivo del senso di appartenenza nei confronti del Sud e della Calabria in particolare. Ringrazio pertanto il Sindaco Mario Occhiuto per aver accolto un’opera teatrale così significativa ed illuminante, in una città, che non solo non si lamenta ma opera in maniera propositiva e con grande dignità».