Domani ultimo giorno per visitare la mostra di Glaser/Kunz al MARCA

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Particolare dell'installazione "Voices III" al MARCA

CATANZARO – Si concluderà domani, 9 dicembre, la mostra in corso al MARCA di Catanzaro della coppia di artisti Daniel Glaser e Magdalene Kunz. Il progetto, dal titolo Talking Heads, è stato curato da Alberto Fiz e Francesco Poli in collaborazione con la Provincia di Catanzaro.
Le talking heads (teste parlanti) dei due artisti svizzeri hanno catturato l’attenzione del pubblico che entrando nelle sale espositive ha avuto modo, tra provocazione e ambiguità, di riflettere su questioni come la crisi d’identità, il difficile scambio di relazioni, spesso causato dall’incapacità di capire l’altro, e in generale sull’esistenza terrena.
Le quattro installazioni proposte al visitatore sono state realizzate tutte con la medesima tecnica. I due artisti proiettano volti umani su teste di alluminio. A queste sculture cinematografiche, con elementi antropomorfi animati, vengono poi associati dei dialoghi registrati. Le figure si interrogano su questioni sociali o conversano sfruttando versi poetici che ripetono meccanicamente.
L’indagine artistica proposta parte dall’opera autobiografica Autoportrait (2007), nella quale i due soggetti rappresentano gli stessi artisti che, chiusi in un’automobile, dialogano tra di loro sollevando dubbi su l’arte, il suo significato e quello che accade intorno a loro. L’opera mobile prima di approdare al Marca, il 17 novembre, è stata parcheggiata a Catanzaro, il 15 novembre, e poi il giorno successivo a Lamezia Terme.
Tra le installazioni presenti al Museo delle Arti di Catanzaro anche Voices III del 2008. Questa realizzata a Città del Capo per Blank Project ha come protagonisti sei poeti di strada, tre uomini e tre donne, che avvolti dentro delle coperte di lana, meditano sulla loro esistenza con riflessioni su le questioni politiche e sociali del loro paese.
Del 2011 è Obsidian, Gordon & Austin in cui compaiono tre poeti di New York che seduti a terra parlano delle loro esperienze di vita ricordando i momenti più salienti.
L’altra installazione con due protagonisti sempre intenti a dialogare è Jane & Will (2011), in questo caso però è chiaro il riferimento ai versi di alcuni atti del dramma Waiting for Godot scritto da Samuel Beckett, l’opera è in grado di circoscrive in modo esemplare quelle che sono le tematiche care agli artisti.
Tensione e disagio esistenziale sono espressi perfettamente dai dialoghi spezzati che producono risposte vane e evidenziano uno smarrimento della propria identità che sfocia in un infruttuoso sforzo a relazionarsi, ormai costante nella nostra società.

Claudia Capogreco

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