14 FEBB 2012 – “L’eleganza non è acqua”. I nostri proverbi colgono sempre nel segno e ancora una volta possiamo servirci di un detto retorico per descrivere una serata meravigliosa e piena di colpi di scena.
Questa è la lezione che ieri sera ci ha lasciato il corpo di ballo del Rostov State Opera Ballet che con eccelsa professionalità ha messo in scena “Il Lago dei Cigni” presso il cine-teatro Garden.
Il Rostov State Opera Ballet nasce nel 1999 periodo in cui viene istituita un’orchestra di 100 elementi, una compagnia d’opera, un coro e un centro di formazione per la danza.
Solo nell’anno successivo avviene la formazione del corpo di ballo inizialmente composto da 30 membri mentre oggi il numero degli artisti è salito ad oltre 60.
Il primo balletto messo in scena dalla compagnia è stato Giselle; attualmente il repertorio artistico include anche Lo Schiaccianoci, Il Bolero, Romeo e Giuletta, Le Corsaire, Notte di Valpurga e tanti altri.
A questi ultimi va affiancato anche “Il Lago dei Cigni” danzato su musiche di Piotr Ilich Chaikovskij, con coreografie di Elena Ivanova che, a parte piccole innovazioni, è rimasta fedele alla coreografia originale realizzata da Marius Petipa, ballerino e coreografo francese.
Questo balletto si inserisce nel filone del tardo romanticismo che si sviluppò soprattutto in Russia ed è evidente l’imponente influsso di Wagner e Schopenhauer visto che le tematiche trattate sono quelle dell’amore e della rinuncia.
Il Lago dei Cigni è stato messo in scena per la prima volta al Bolshoi di Mosca nel 1877 ma non ebbe molto successo, oggi, invece, è il balletto più apprezzato perché vi troviamo interpretazioni opposte; dalla delicatezza e leggiadria del cigno bianco alla potenza violenta e cruda del cigno nero.
Tra i solisti della Compagnia bisogna assolutamente annoverare Nelya Alimova e Andrey Ryabov, vincitori di numerosi concorsi internazionali, Oleg Korzenkov, Laura Ormigon e Oscar Torrado, solisti del Balletto Nazionale di Cuba e, infine, Natalya Somova vincitrice di molti premi internazionali e Viktor Dick.
Perfetti, è l’unico aggettivo che può descrivere i ballerini professionisti che ieri hanno calcato il palco del Garden; dotati di una tecnica impeccabile, di indubbie doti fisiche ed elevate capacità interpretative.
Grandi salti, pirouette, fouettè hanno estasiato gli spettatori per la durata di tutto lo spettacolo che è ben riuscito nonostante il palco ristretto e costrittivo.
A differenza de “La Bella Addormentata”, messa in scena qualche mese fa da un’altra compagnia, questa volta nella coreografia non ci sono stati cambiamenti nonostante lo spazio ridotto, i ballerini non hanno rinunciato all’esecuzione di virtuosismi, sono stati altamente professionali; i loro volti apparivano sereni, divertiti, rilassati come se la danza fosse la cosa più naturale del mondo, naturale come il respirare.
Intense le parti corali; musicali e coordinati i ballerini che hanno danzato all’unisono, sul palco si intravedevano tante persone che, però, danzavano come se fosse una sola.
Bellissimi i vestiti di scena, veli fluenti, piume, vestiti regali, pailletes e lustrini hanno illuminato l’intera sala.Intriganti e cervellotiche le coreografie; scambi, incroci, cerchi e triangoli hanno portato il pubblico, purtroppo scarno, in estasi.
Ancora una volta la danza con la sola forza del linguaggio del corpo è riuscita a toccare e a riscaldare, visto la neve incombente, l’animo degli spettatori.
Annabella Muraca