Se nu te scierri mai delle radici ca tieni, rispetti puru quiddre delli paisi lontani!
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni dai chiu valore alla cultura ca tieni!”
……….inizia così il testo di una canzone molto ascoltata e cantata negli ultimi anni, un inno alla propria terra, alle proprie origini, un ritornello per alcuni pieno di significati, per altri nient’altro che una canzone! C’è invece tanta verità in queste poche strofe, la conoscenza ed il rispetto per le proprie origini, per sapere chi siamo, da dove veniamo e dove andremo, perché senza la conoscenza e la passione per le proprie radici, origini, non si possono rispettare le altre culture….etniche o musicali che siano!
Così, mentre i Giamaicani hanno fatto delle proprie tradizioni popolari e delle proprie musiche uno stile di vita, con la musica Reggae che impazza ovunque, mentre in Salento il recupero delle tradizioni e delle musiche popolari ha rappresentato la nuova frontiera del Turismo,la Calabria- o parte di essa – pare ancora sottovalutare l’importanza che hanno le tradizioni popolari, relegate quasi a momento di svago per il periodo estivo, quasi come se fosse solo la moda del momento…..Invece, a dimostrazione della loro importanza e specialmente in questo periodo di crisi (che riteniamo essere principalmente culturale) ci sono persone, ragazzi, gruppi che attraverso la musica popolare sono riusciti a ritagliarsi uno spazio anche nel mondo del lavoro. E’ il caso di Antonio Grosso e le Muse del Mediterraneo, che dopo aver riempito di musica e gente il Parco d’Arte AltArt, si apprestano a volare in Australia per un tour che li vedrà come protagonisti per tutto il mese di Marzo, ma anche il caso degli EtnoSound che il 12 marzo saranno anch’essi ospiti dell’Associazione.
Ecco perché si è deciso di puntare su questo genere musicale, a discapito di molti altri ben più conosciuti e apprezzati e che avrebbero garantito – forse – maggiore partecipazione. Ma a piccoli passi, siamo certi, il ritmo popolare coinvolgerà tutti, perché è il ritmo che abbiamo dentro, il ritmo della nostra Terra.
I concerti degli EtnoSound sono il frutto di un’attenta e minuziosa ricerca dei suoni della tradizione popolare della Calabria, in particolare dello Jonio Reggino, per quello che riguarda l’uso della Lira, e della Vallata del Sant’Agata e dell’intera Area Grecanica per ciò che concerne l’uso della Zampogna e del Tamburello. I testi vengono attinti dalla tradizione orale dei nostri avi: canti di mietitura, cantate “all’aria”, canzoni di sdegno e d’amore. Ma soprattutto testi autobiografici composti dallo stesso gruppo.