ACRI (CS) – Avevano chiamato a raccolta tutta la città, i suoi abitanti e quelli delle città vicine, avevano chiamato all’ appello tutti i calbaresi che con il loro supporto e sostegno hanno spinto Fabio Curto alla vittoria, plebiscitaria, del talent di Raidue “The Voice of Italy”. Il ritorno del Guerriero di Calabria, dell’Ulisse di Acri, del Bronzo di Riace (gli epiteti si sprecano, ndr), è stata intensa ed emozionante. Il team, perchè loro oramai sono questo, Fabio Curto-Roby e Francesco Facchinetti ha potuto godere ieri di tutto il calore e l’affetto della gente di Acri (“la città più magica del mondo, la città che ci ha permesso di trionfare” diranno poi i Facchinetti), dalla mattina (aperitivo in centro, pedalata con i bimbi e due chiacchiere con tutti per Fabio) fino al grande concerto della Sera passando per la conferenza stampa del tardo pomeriggio.
Già il concerto, il tanto atteso concerto di p.zza Purgatorio che apre il primo tour di Fabio alla vigilia dell’uscita del suo primo CD, prevista per settembre, che conterrà quattro Cover e tre inediti ( fra cui il primo singolo “L’ultimo esame”). Lo spettacolo è un tripudio di applausi, di emozioni, di gag fra Facchinetti padre e figlio, è un tripudio di emozioni che culminano con la proiezione del RVM sui momenti più belli della cavalcata verso il trionfo di TVOI, e con il duetto di Fabio con papa Curto, componente dei Cantannu Cuntu, band popolare acrese. E poi la musica naturalmente, vera protagonista della serata, la musica di Fabio con i brani riarrangiati al talent: Take me to Church (il brano delle audition), The Scientist, Emozioni, Father and Son… La musica di Roby Facchinetti e dei Pooh e le interpretazioni di Francesco Facchinetti e del suo vecchio alter Ego Dj Francesco. Tutto per l’intrattenimento di 10 mila persone (ma c’è chi dice 15 mila) fra acresi, e fan venuti dai paesi vicini dal cosentino, dal catanzarese, dal Salento.
Una serata così ad Acri non si vedeva da molti anni.
L’Itaca di Fabio Curto è un’Acri unita e senza Feaci, bella e innamorata del suo Ulisse.
Andreina Morrone