COSENZA – Verrà presentato il prossimo 16 dicembre alle 10, nell’aula Magna dell’I.I.S. di Castrolibero, il progetto per la prevenzione del disagio giovanile promosso dalla Fondazione Exodus Onlus con il cofinanziamento della Fondazione Carical e il partenariato della Provincia di Cosenza, dell’Usp di Cosenza, del Coni, del Comune di Castrolibero nonché con il patrocinio dei Comuni di Cosenza, San Giovanni in Fiore e Mendicino.
Sono numerosi gli Istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa e che ne rappresenteranno, da protagonisti, il cuore pulsante.
A supervisionare tutto, la coordinatrice e organizzatrice del progetto, Deborah Granata, referente Exodus Cosenza.
La novità, per quanto riguarda l’approccio con i ragazzi delle scuole a cui è indirizzato il messaggio educativo, è data quest’anno dalla collaborazione dell’attore calabrese Costantino Comito. Con una inclinazione al sociale e all’attivo diverse fiction di denuncia legate all’attualità (fra i suoi ultimi lavori: “Squadra antimafia” in onda su Canale 5 e “Questo è il mio paese” trasmesso da RaiUno), Comito è stato scelto come testimonial per un confronto diretto con i
giovani studenti in merito alla differenza fra fiction e realtà, nonché su quelli che sono, in tempi di falsi miti, i confini tra bene e male come pure i modelli negativi che il cinema enfatizza per arte e i ragazzi inseguono per emulazione.
“Sarà interessante registrare la reazione degli studenti di fronte a un personaggio che hanno visto in tv insieme ad altri attori molto popolari – afferma Deborah Granata annunciando l’avvio del progetto – Anche questo è un modo per attirare al meglio la loro attenzione e instaurare un dialogo costruttivo”. Si tratta, in pratica, di strutturare un “cammino esperienziale partecipativo” rivolto ai giovani di alcune scuole della Provincia di Cosenza, al fine di offrire loro l’opportunità di misurarsi con una serie di realtà sociali, legate all’esperienza che Exodus ha sviluppato in trent’anni di attività rivolte principalmente ai giovani e alle situazioni di marginalità sociale, non in un’ottica di cura, ma principalmente in una prospettiva orientata alla cultura della prevenzione delle forme di disagio e dipendenza. Ciò, al fine di stimolare riflessioni propositive su temi di forte impatto emozionale e relazionale: l’impegno nel volontariato, nello sport, nella musica, nell’arte, nel teatro, come strumento di crescita.