Non sbaglia un colpo Lucio Presta nel nuovo progetto Nextv, dedicato ai giovani talenti (si spera) del domani, tutti calabresi, aventi un’età compresa tra i 17 e i 30 anni. Dopo il primo incontro con Paolo Bonolis, non scevro dalle polemiche di chi avrebbe voluto esserci e non c’era, ieri, 6 marzo, un nuovo appuntamento ha visto protagonista Virginio Scotti, in arte zio Gerry che, nella storia della televisione, ha, come si suol dire, “bruciato ogni tappa”. Sitcom, quiz show, talent, fiction, showbiz e chi più ne ha più ne metta. Un colosso con il volto simile ad un “emoticon” a forma di smile, dalla simpatia contagiosa, i modi familiari, le movenze genuine. E’ un fuoriclasse, Gerry Scotti. Un fuoriclasse della normalità. Quella che tanto ama e che lo tiene ben saldo, mani e piedi, ad un’azienda per la quale lavora da anni, rinunciando, forse, a ruoli anche più rischiosi e avvincenti. Una normalità che trasuda giovialità sin dalle prime movenze nel teatro, quando arriva, festoso ed entusiasta più di un ragazzino, per condividere con tanti giovani meridionali, le sue emozioni, i suoi consigli, le sue esperienze.
Un colpo di fortuna lo avvicina alla carriera di conduttore e lo trasforma da copywriter di successo in un mattatore televisivo senza target, che sa parlare ugualmente bene, al bimbo di dieci anni quanto all’anziana signora. Un bizzarro sliding door che lo conduce da disk jockey ad erede dei più grandi conduttori televisivi. Il suo volto è “Canale Cinque” come gli disse “qualcuno”, più o meno noto, qualche anno fa e tradisce ogni aspettativa. Gerry Scotti è il padre che ciascuno vorrebbe avere, l’amico di una vita, il vicino di casa simpatico, il collega molto divertente. E’ una persona pulita, “uno che ha fatto della semplicità una cifra”. Sa parlare al cuore, arriva dove altri, con molti più giri di parole non arriverebbero mai. Si diverte e fa divertire, forse anche più che in uno dei suoi mille successi televisivi. E’ umile e, anche se dichiara di non avere quasi rimorsi, ha la faccia malinconica e gli occhi lucidi quando parla dei genitori e del figlio. “Se c’è una cosa che vi invito a non fare è quella di non deludere mai i vostri genitori. Non sacrificate i vostri sogni, ma neanche quelli di coloro che hanno fatto tanti sforzi per farveli realizzare”. Di suo figlio e dell’eredità paterna, parla quasi a mezza voce. Non vuole pensare che a lui spetti ricalcare le orme del padre. Probabilmente sa che chiunque, che di cognome faccia Scotti, difficilmente potrebbe arrivare dove è arrivato lui: in cima ad una montagna, dove il più grosso rimpianto è non aver concluso quegli studi. In Giurisprudenza. Non particolarmente amati, ma di sicuro importanti.
Della radio, di come tornerebbe a fare la Sit-Com, dei suo progetti “per la terza età”, parla a ruota libera, arricchendo ogni domanda con una battuta, una smorfia, un’ imitazione, un racconto di sé. “Posso rimanere qui ancora per altre sei ore”, risponde ad un lesto Lucio Presta poco prima che l’incontro giunga al termine. E’ felice come un bambino a cui hanno donato un giocattolo, allegro come un genitore alla laurea del proprio figlio, simpatico come un umile conduttore che non si è mai montato la testa. Saranno le sue umili origini ad averlo salvato dal calderone dello show biz che si atteggia a grande artista? O solo l’intelligenza di qualcuno che, consapevole di avere del talento, quello più grande della normalità, ha capito che non conta tentare di assomigliare a qualcun’altro, idolatrando falsi miti che si interrompono dopo poco tempo.
“Tutte le cose possono iniziare per caso, ma non devono mai finire per caso. Sono stati gli altri a decidere come dovessi iniziare, voglio decidere io come e quando finire. A tutti i ragazzi che hanno dei facili idoli, io dico sempre: innamorati di una tua caratteristica, e fai di te stesso il tuo vero idolo. “
Lia Giannini
Ph: Andreina Morrone