ISOLA DI CAPO RIZZUTO (KR) – Ho visto… generazioni e famiglie in fila entusiaste agli ingressi come se andassero al concerto atteso da una vita. Ho visto mamme e figlie accorrere a cercare con impazienza i propri posti a sedere. Ho visto una futura sposa e le sue amiche per una addio al nubilato ballare e scatenarsi come fossero allo spettacolo della più sexy delle popstar. Signore scatenate lanciare biglietti sul palco ai piedi dell’artista. Bambini seguire lo spettacolo musicale con interesse e religioso silenzio. Questo e altro ho visto ieri sera al concerto di Gianni Morandi all’Arena del Mare allestita presso il Porto turistico di Le Castella, unica tappa calabrese del suo GO GIANNI GO tour – Estate 2023. E questo non può non colpire una cronista, che sia appassionata come la sottoscritta o meno del cantante di Monghidoro. E passi pure per lo staff molto rigido dell’artista, ai limiti dell’eccessivo.
Mix di successi
Ciò detto, Gianni Morandi – a parte la tensione della prima canzone (più di 60 anni di onorata carriera evidentemente non bastano a soffocare l’emozione di salire sul palco, e per fortuna!) – non tradisce le aspettative e intrattiene i fan per circa due ore di concerto (26 i brani in scaletta, comprensivi dei medley anni ’60 e ’80 e quello del sentitissimo omaggio a Lucio Dalla), proprio per come ci si aspetta da lui, con garbo, umiltà e ironia. Coinvolgente e coinvolto lui stesso quando, dopo i saluti di rito a istituzioni e autorità, ricorda nella loro terra il suo “gemello” Mino Reitano (“era nato pochi giorni prima di me”) e Rino Gaetano. Divertente, ma mai eccessivo, quando scherza sulla sua età (“Mi chiamano l’eterno ragazzo ma per l’eterno riposo il passo è breve”) o quando porta avanti lo sketch delle tre pillole con la vocalist Alessandra.
I musicisti: onore al merito
E a proposito delle altre presenze sul palco, hanno tutte strameritato gli appalusi ricevuti. A cominciare dal Maestro Luca Colombo – con cui Morandi scambia spesso due battute come fossero il conduttore di Sanremo ed il Direttore d’orchestra -. Ma la nota di merito va anche a tutti gli altri: Michele Quaini alle chitarre, Ricky Quagliato alla batteria, Paola Zadra al basso, Maurizio Campo al pianoforte, Michele Lombardi alle tastiere, Daniele Leucci alle percussioni (che probabilmente da ieri avrà delle followers in più, le amiche della sposa di cui sopra), Ambrogio Frigerio al trombone, Camilla Rolando alla tromba, Nicholas Lecchi al sax, l’ex concorrente di Amici Silvia Olari (che ha duettato con Morandi in “In amore”), Roberto Tiranti (insieme a lui in “Vita”) e Alessandra Kidra (per “Grazie perchè”) ai cori.
Un pezzo della nostra musica. Un pezzo della nostra storia
A tenere insieme il tutto magistralmente è lui: Morandi, che basta solo dire il cognome. La sua voce inconfondibile, i pezzi cantanti solo chitarra e voce (colonna sonora dell’infanzia di tutti e anche della nostra quotidianità, inutile mentire), e quelli più recenti, nati dalla collaborazione con Jovanotti (“L’Allegria”, “Apri tutte le porte”, “Evviva!”, la romantica “Anna dalla porta accanto” e l’emozionante “Un milione di piccole tempeste“, parole di una padre per una figlia…). Le più apprezzate, neanche a dirlo, quelle cantate a squarciagola e che conosciamo tutti a memoria, sono le canzoni anni ’60 (Chimera / Il giocattolo / La fisarmonica / Non son degno di te / Se puoi uscire una domenica sola con me / Andavo a cento all’ora / Go-Kart Twist / Belinda / C’era un ragazzo come me e la sempreverde Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte (“Quando non ci sarò più la useranno i telegiornali come coccodrillo”). Canzoni che sono pagine di storia, che fanno commuovere i nostri genitori a ripensare alla propria giovinezza, ai primi amori, ai sogni e alle speranze di quegli anni, ai juke box, ai primi elettrodomestici nelle case degli italiani.
Gianni Morandi è questo: irrinunciabile. Come solo i compagni di storia lo sono. La storia di tutti, la storia della musica e dello spettacolo in Italia.
Andr. Morr.
(si ringrazia sentitamente per le foto Aldo Basile e per il supporto F. Mancuso e A. Franco)
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