REGGIO CALABRIA -Si è chiusa con il tripudio di suoni e allegria del choro di Rio de Janeiro firmato da Hamilton de Holanda la prima parte di “Reggio chiama Rio – Fatti di Musica Brasil”. Hamilton de Holanda, uno dei più grandi musicisti del mondo, autentico virtuoso del mandolino, con la sua bravura e lo splendido affiatamento con la sua orchestra, ha trascinato l’Arena dello Stretto gremita come ogni sera in un viaggio festoso nel magico mondo della musica popolare brasiliana, tra choro e jazz, virtuosismo e improvvisazione. Un musicista unico nel panorama internazionale, capace con la sua musica di infondere sincere e forti sensazioni di gioia. Arrivato direttamente dal successo ad Umbria Jazz, anche in Calabria ha strappato applausi a scena aperta. Vincitore di vari Latin Grammy Award e insegnante di choro all’Accademia Raphael Rabello, Hamilton de Holanda ha stregato il pubblico di “Reggio chiama Rio” con una sequenza travolgente di brani capaci di coinvolgere e trascinare fino al ballo.
Lo straordinario musicista nato a Rio nel ‘76 ha pizzicato come solo lui sa fare le corde del suo mandolino, ma anche la voglia di puro divertimento di un pubblico competente, attento e, soprattutto, divertito.
Un concerto strumentale che, però, ha dato voce alle sensazioni e alle emozioni che solo la migliore musica brasiliana riesce a trasmettere. Note che partono dagli strumenti e dal cuore, che magicamente immergono chi ascolta in un vero mare di felicità; quel mare che grazie alla musica ha unito coste e culture lontane, dall’Atlantico allo Stretto, nell’alchimia di un festival subito vincente.
I due grandi schermi ai lati del palco hanno consentito a tutti di apprezzare l’abilità dei musicisti, un’orchestra della gioia, come la definiscono in tanti. La serata è stata aperta dai ringraziamenti all’ Amministrazione e al pubblico dello stesso promoter Ruggero Pegna, che ha voluto con lui il musicista reggino Luca Scorziello, i delegati comunali Gianni Latella e Nicola Paris, rispettivamente al Turismo e ai grandi eventi, il docente del Conservatorio reggino Giovanni Guaccero, esperto di musica brasiliana.
Per questo sorprendente festival reggino, un’altra notte da incorniciare. Dopo la grande apertura con I tamburi di Scorziello, guest Mario Venuti e Tony Canto, “Reggio chiama Rio” ha conquistato critica e pubblico con una sequenza di eventi di altissimo spessore artistico, musicale e culturale: dalle suggestioni del racconto per immagini e suoni “Dal Mediterraneo al Brasile sulla rotta delle Sirene” dell’antropologa e scrittrice Patrizia Giancotti con l’originalissimo percussionista Peppe Consolmagno, che si è concluso con il lancio nelle Stretto di rose bianche, al concerto della super premiata Maria Gadù, la giovane stella brasiliana di “Shimalaie” che ha anche lanciato un appello contro l’omofobia, all’impareggiabile Omaggio a Jobim di Jaques e Paula Morelenbaum con i Cellosamba Trio. Apprezzato anche Max De Tomassi di Brasil su Radio1, intervenuto a presentare i concerti di Maria Gadù e dei Morelenbaum. Suoni, colori, atmosfere, magie, eleganza, raffinatezza, bellezza in ogni accezione, immagini, hanno colorato di verde-oro la prima settimana reggina di questo azzeccato festival, accolto favorevolmente da un pubblico di tutte le età.
Reggio chiama Rio proseguirà il 9 agosto, sempre all’Arena dello Stretto e ad ingresso libero, con il concerto di Sergio Cammariere e la sua band. A Reggio riceverà il terzo Riccio d’Argento di Fatti di Musica, creato dal suo conterraneo Gerardo Sacco, l’orafo crotonese molto noto in Brasile, dove dal maggio al settembre 2011 ha esposto le sue creazioni al Museo Nazionale di Storia di Rio de Janeiro. L’ ambizioso gemellaggio tra Reggio e Rio de Janeiro ideato da Pegna per la promozione internazionale di Reggio e della Calabria, attraverso la musica, la cultura e la natura di due luoghi del mondo dalle bellezze paesaggistiche mozzafiato, si è trasformato sera dopo sera in un autentico bagno di folla ed emozioni. Il Lungomare Falcomatà, con i suoi lidi, i suoi alberi monumento, le creazioni artistiche, la sua splendida Arena, si è trasformato davvero in una piccola Copacabana italiana.
Al sindaco Giuseppe Falcomatà, che ha subito condiviso il progetto, sono arrivati i saluti ufficiali e i complimenti di Alonso Carbonar, Console Generale del Brasile: «Il Consolato Generale del Brasile saluta con gioia – afferma il Console nella sua lettera – questa manifestazione che celebra il nostro Paese in uno scenario senza pari come quello dello Stretto, come quello della città di Reggio Calabria affacciata ai due mari. I legami tra i nostri Paesi e i nostri popoli, l’affetto che ci lega sono noti, sia per la presenza di milioni di oriundi italiani in Brasile, il mio stesso nome svela l’origine veneta della mia famiglia, sia per l’interesse e l’amore che in Italia e in Brasile si coltiva per la nostra reciproca cultura, per la nostra musica, per la nostra arte».