ROSSANO (CS) – Un episodio che ha dell’incredibile quello accaduto in una frazione di Rossano. protagonista una band tutta al femminile, Le Rivoltelle, quattro artiste che da ben undici anni calcano i palchi, non solo regionali ma anche nazionali. Ebbene, Le Rivoltelle avrebbero dovuto esibirsi nel corso di una festa patronale prevista in una non precisata frazione di Rossano, fino a quando l’evento è stato improvvisamente cancellato da una delle organizzatrici. Fin qui sembrerebbe normale amministrazione, se non fosse che la motivazione dell’accaduto parrebbe da ricercarsi nell’orientamento sessuale delle artiste, prescindendo la loro musica e la loro arte. Si legge, infatti, sulla pagina facebook personale di Elena, voce e violinista della band un messaggio che lascia trasparire amarezza e delusione: «E quando tutto sembrava superato ed il pensiero moderno sembrava essersi emancipato da arcaici pregiudizi di genere… quando le coscienze sembrava si fossero aperte ad accogliere l’altro da sé e ad accettare anche se timidamente il diverso… quando l’interesse verso i gusti e i desideri sessuali del singolo sembravano non essere più motivo di discriminazione.. arriva lei.
Lei che decide “questo concerto non s’ha da fare perché” e cito quasi testualmente: “le Rivoltelle sono lesbiche e questa è una festa religiosa e quindi potrebbero offendere la morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità”. Ora, a prescindere se il fatto sussista o meno, e cioè se alle Rivoltelle piaccia Raoul Bova o Belen Rodriguez. A prescindere se tutte le Rivoltelle, o solo la batterista, o la bassista principalmente ma… sicuramente anche le altre due… hai sentito la cantante che ha detto al concerto… a prescindere da tutto questo vociare che sento continuamente dietro di me, mi chiedo come sia possibile che ancora girino a piede libero e soprattutto esprimano liberamente ed impunite il loro pensiero persone di tanta ignoranza. Mi chiedo come sia possibile ancora giudicare un uomo o una donna in base ad una preferenza sessuale. Mi chiedo come sia possibile offendere e denigrare e soprattutto impedire ad una band di donne di esibirsi solo perché non si presentano come quattro sgallettate e prive di pensiero autonomo».
La vicenda, per quanto amara possa essere, ha avuto un certo risvolto mediatico e molti sono stati i messaggi di sostegno e incoraggiamento rivolti alle quattro artiste. Il messaggio si conclude con un monito, rivolto alla presunta organizzatrice della festa, affinchè «queste parole arrivino anche a chi ha lo stesso pensiero della gentile signora in questione: fino a quando la Calabria sarà abitata da persone come lei sarà ancora più forte e feroce e stimolante la nostra rivoluzione. Quindi grazie!»