Il difficile equilibrio tra le “corde”

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Il difficile equilibrio tra le corde matta civile e seria rimangono al centro di uno dei dilemmi dell’animo umano indagati cento anni fa da uno dei più grandi autori di commedia teatrale italiana, Luigi Pirandello.

Il Berretto a sonagli viene alla luce dopo La verità e Certi doveri dalle quali sembra essere la conseguenza naturale con cui Pirandello affronta il conflitto insanabile tra finzione e verità, tra essere o apparire. Temi di grande attualità su cui tuttora ci si interroga scoprendo, ancora oggi, di trovarsi inevitabilmente soli poiché la verità non può essere affermata nella società a meno che si viene dichiarati pazzi. Sono soltanto i folli che, sfidando le ipocrisie e le regole su cui si basano le relazioni umane, possono avere il coraggio di affermare la verità.

In questa società che ci assegna ruoli descritti bene nel monologo di Ciampa sui pupi (i nostri mille volti già trattati in Uno nessuno, centomila), burattini, ‘maschere’, ‘personaggi’ più che individui veri e propri, privi di libertà. Ogni ‘uomo-burattino’ si spegne all’interno del suo personaggio, arrivando finanche a detestarlo. Tuttavia, probabilmente per quell’orgoglio o per non sentirsi inutile o sconfitto, ognuno difende la sua ‘maschera’ con le unghie e con i denti di fronte agli altri, disposto a tutto pur di conservare al suo ‘pupo’ una apparente rispettabilità. E’ quello che fa il sempre presente seppure invisibile Cavaliere, il potente di turno, unico personaggio della commedia che riesce ad emanare potere senza mai comparire in scena, ad avere il suo peso e a condizionare tutti gli altri personaggi che cercano a tutti i costi di corrompere la verità.

Infine altri due temi sembrano fare capolino nella commedia pirandelliana, il grido soffocato di una donna che vuole liberarsi dai soprusi di un marito che la tradisce e la storia d’amore di Ciampa verso la sua donna, disposta anche a “dividerla” con un altro uomo pur di non perderla.

Temi che ripropongono nuovamente soluzioni insanabili che rischiano di rimanere, ancora tra cento anni, attuali come oggi così come ieri.

Fiorenza Gonzales

 

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