Il giovane scrittore e poeta Emilio Nigro ospite della Commissione cultura

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Se hai dentro il fuoco sacro della scrittura non puoi tirarti indietro, neppure quando fai fatica ad andare avanti e a sbarcare il lunario per mancanza dell’opportunità che conta o del treno che speri possa passare per prenderlo al volo.

Un concetto che Emilio Nigro, giovane cosentino che nel campo della scrittura ha mostrato e continua a mostrare una grande versatilità fino a inventarsi poeta, drammaturgo, giornalista e più di recente critico teatrale, ha ben presente. Ed è proprio questo convincimento che lo ha spinto a proseguire nella strada intrapresa, piuttosto che battere in ritirata. Una perseveranza che gli è valso il Premio “Nico Garrone”, intitolato al critico teatrale di “Repubblica” scomparso qualche anno fa e padre del regista Matteo Garrone, autore del film “Gomorra”. Un importante riconoscimento, ottenuto per la sezione riservata ai critici più sensibili ai mutamenti del teatro, che Emilio Nigro ha ritirato nel luglio del 2011 a Palazzo Bizzarrini, a Radicondoli, dove si è tenuta la seconda edizione del premio.

Un riconoscimento che ha fatto scattare la scintilla dell’invito a Palazzo dei Bruzi nella Commissione  consiliare cultura, presieduta da Claudio Nigro, dove lo scrittore e poeta cosentino è stato ospite, nell’ambito dell’ormai collaudatissima iniziativa “Nemo Propheta in patria”.

A far da relatrice, dopo l’intervento introduttivo del Presidente Claudio Nigro, è stata la Vice Presidente dell’organismo consiliare Maria Lucente.

Per lei Emilio Nigro è “un giovane che si è sperimentato in diversi campi, mostrando un notevole eclettismo. Quella per il teatro è, però, divenuta col tempo la sua passione predominante. Ma Emilio Nigro – ha detto ancora la Lucente – è anche un poeta. Come l’artista che vuole sperimentare il linguaggio dell’animo e dello spirito, ha intrapreso diversi percorsi. Ciò che affascina è questa sua ricerca continua di percorsi razionali, ma anche emotivi. Notevole il suo bagaglio di esperienze.”

E Maria Lucente ha poi dato lettura di due poesie di Nigro, “Portici di stelle” e “Per ricordarmi di me”. Il rimpianto di Maria Lucente è che Emilio Nigro abbia un po’ abbandonato la sua vena poetica per dedicarsi più costantemente alla critica teatrale. “Sono certa, però – ha affermato infine la Lucente – che prima o poi vi farà ritorno, non appena avrà trovato una nuova musa ispiratrice.”

Autore di diversi libri, da “Incessanti maree silenziose”, del 2005, pubblicato dall’editore Falco, a “Elisir di luna”, pubblicato da Aletti nel 2007, a “Alterazioni di colore”, mandato in libreria dall’editrice Coessenza nel 2009, Emilio Nigro, ha catturato l’attenzione dei giurati del Premio Nico Garrone, colpiti dalla sua scrittura “sintetica, ma non povera, scevra da intellettualismi, secca, a volte persino epigrammatica, ma chiara, scorrevole e piacevole”.

“Scrivo da sempre – ha detto Emilio Nigro in commissione cultura– dopo aver ringraziato i componenti dell’organismo consiliare, anche e soltanto per il semplice ascolto. La scrittura mi accompagna da quando avevo 8 anni. Oggi ne ho fatto un vero e proprio mestiere, sperando che tutto questo riesca anche a farmi “campare”, oltre che riempirmi lo spirito, ma si sa che le difficoltà sono notevoli, mancando le grosse opportunità. Per questa ragione mi vedo costretto ad associare alla scrittura altre attività, come quella di organizzatore di eventi.”

Per fortuna la sua scrittura è riuscita a valicare i confini regionali ed ecco arrivare le importanti collaborazioni con “Hystrio”, insieme a “Sipario” una delle riviste più autorevoli della critica teatrale italiana, fondata da Ugo Ronfani, indimenticato critico teatrale e saggista, e attualmente diretta da Claudia Cannella.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche i consiglieri comunali Giovanni Quintieri e Mimmo Frammartino.

Quintieri ha rinvenuto in alcuni dei versi di Nigro richiami a Samuel Beckett, in qualche modo ritenuto figura alla quale lo scrittore cosentino si è molto ispirato per i suoi scritti.

Mimmo Frammartino ha poi definito la missione che si è assegnata la commissione cultura nel valorizzare i talenti della città e cioè far sì che possano emergere, ma anche far capire che è su queste risorse che bisogna investire. E Frammartino, che si è detto favorevolmente colpito della definizione che Nigro ha dato di sè “un nomade in cerca di pace”, lo ha spronato ad andare avanti, senza abbandonare il campo.

 

 

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