Il Gobbo di Notre Dame, applausi con riserva al Rendano

0
3740

Il musical portato in scena dalla compagnia teatrale “InCanto” piace senza la pretesa di imitare l’originale.

20170322_212253COSENZA – A fine spettacolo sono applausi al teatro “A. Rendano” per il musical “Il Gobbo di Notre Dame“, rivisitazione del più noto musical dei record Notre Dame de Paris, portato sulle scene per la prima volta quindici anni fa da Riccardo Cocciante e Luc Plamondon.

Il nostro Gobbo di Notre Dame – “nostro” perchè cantanti, ballerini e personale di scena sono tutti calabresi – non ha e non può avere la pretesa di imitare l’originale ma vi si accosta con rispetto e ammirazione. E allora l’esperimento, già portato in scena nei mesi scorsi già sette volte (tra Cirò Marina, Cosenza e Mosca) può tutto sommato considerarsi riuscito. Seppur chi abbia visto l’originale – e in molti appassionati che l’hanno visto più di una volta lo ben sanno – non riesca a non farsi condizionare nel giudizio. Così chi scrive deve fare uno sforzo non indifferente per isolare l’Opera prodotta da David Zard, e approcciarsi a questa nel modo più corretto. 20170322_212657

Nel “Gobbo di Notre Dame” funzionano l’attenta regia di Marco Silani e Mirko Iaquinta (aiuto regista è Simone Senatore), le interpretazioni del tenore Federico Veltri (nei panni del capitano Febo) e di Vincenzo Chilelli (Quasimodo), la scenografia essenziale ma funzionale al racconto e il coro diretto da Giuseppe Ferraro.

Mirko Iaquinta e Alessia Ciappetta
Mirko Iaquinta e Alessia Ciappetta

Non così bene i costumi, eccezion fatta per alcuni come quello di Quasimodo, realizzato dalla sarta Teresa Martino di Cirò. Diverte e fa riflettere, anche quando è azzardata, la contaminazione di stili diversi nelle coreografie di Alessia Ciappetta della scuola di danza Sybaris di Cassano allo Ionio, che insieme alle sue assistenti Laura Forace, Teresa Capocasale e Cristina Strigari, cuce sui suoi giovani e giovanissimi allievi figure e passi che spaziano dal moderno al contemporaneo, dal caraibico all’hip hop. Coreografie per le quali, come lei stessa ammette, non si è ispirata a quelle di Martino Müller dell’Opera originale: «Non abbiamo voluto riprendere l’originale – spiega la Ciappetta – ma fare una creazione nuova, perchè pensare di riprendere una cosa già fatta e che ha un successo così enorme è utopistico. Abbiamo quindi optato per la sperimentazione di forme e nuove e così abbiamo interpretato tutte quellle che erano le emozioni che ci davano le musiche, coreografate per delle improvvisazioni emotive e poi costruite per la trama insieme al regista. L’intento è di sorprendere, sconvolgere e incuriosire per non essere ripetitivi. E’ stato bello lavorare con questi giovani ballerini. Hanno dato tutti l’anima. Grandiosi». 20170322_232321

Da rivedere invece alcune voci che pagano la tenera età unita e il grande sacrificio per le repliche così ravvicinate, insieme al fatto di doversi confrontare appunto con un’opera così importante e impegnativa. Insieme a Veltri e Chilelli, fanno parte del cast Alessia Arcuri e Valeria Basttone per Esmeralda, Giuseppe Ricca (Febo), Chiara Ricca e Teresa Tiziana Ruggero per Fiordaliso, Federico Viapiana (Frollo), Alessandro Gallo (Clopin), Rosalba Truglio, Marta Gaia e Lombardo e Fabio Napoletani (Gringoire).

Guest star della serata, direttamente dal cast originale, Matteo Setti, il poeta Gringoire piu amato, e il ballerino cosentino Marco Chiodo. Entrambi si sono complimentati con i protagonisti sul palco per la propria rappresentazione dell’opera, lodando iniziative come queste che avvicinano i Giovanni a teatro. I due hanno quindi indirettamente dato l’appuntamento al San Vito per l’evento del 23, 24, e 25 giugno, quando Notre Dame de Paris sarà per la prima volta rappresentata a Cosenza.

L’incasso devoluto in beneficienza

Come in altre occasioni, anche stavolta l’arte di InCanto sposa la beneficienza. L’incasso delle tre rappresentazioni al Rendano è stato infatti devoluto all’associazione amica dei cani randagi “Gli Invisibili”. Matteo Setti ha invece devoluto il proprio cachet all’associazione “Famiglia sempre” che si occupa di sostegno ai bambini dell’Africa. Per questo gli si può perdonare il fatto di essersi sottratto a fine serata ai cronisti e all’abbraccio dei fan.

Ph: Cristina Iantorno

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here