Il poeta Ciccio De Rose in Commissione cultura

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COSENZA – Ricordare il nostro “parlar materno”, il nostro dialetto che per via dei tempi che stanno cambiando e per l’anglofilia imperante (è paradossale che 300 parole della lingua italiana siano state tolte dall’enciclopedia Treccani per essere rimpiazzate da parole inglesi) rischia di scomparire del tutto.

Contro tutto questo, Ciccio De Rose, già consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi e più di recente scopertosi poeta e studioso militante, ma non accademico, del dialetto, in una sorta di second life che gli sta procurando molto successo e l’attenzione del mondo culturale cosentino, ha eretto una specie di linea Maginot, fatta di versi, poesie, espressioni e modi di dire del tempo che fu, dietro alle quali trovar riparo per riaffermare l’identità del nostro dialetto, patrimonio da salvaguardare, costi quel che costi.

Ma per fortuna ci sono segni che parlano di una piccola rinascita del dialetto a livello nazionale , con un rifiorire di ricordi, affidata alla strenua difesa di un pugno di poeti che proclamano con i loro versi una sorta di invincibilità contro ogni genere di sopraffazione.

Nel corso dell’incontro in Commissione cultura Ciccio De Rose ha recitato ed anche interpretato (con l’intonazione giusta dell’attore) alcune delle sue poesie e tra queste anche qualche inedito verso tratto dalla sua prossima raccolta, “Purtativi ‘a seggia”, che tra qualche mese vedrà la luce.

Il poeta ha ringraziato l’intera commissione per l’opportunità che gli ha offerto, portandosi a casa la targa ricordo che custodirà gelosamente insieme agli altri riconoscimenti rastrellati un po’ dappertutto, nel segno di quella strenua difesa del dialetto nella quale si impegnerà ancora, contro ogni tentazione anglofila che respinge al mittente come una sentinella che non lascia passare nessuno.

 

 

 

 

 

 

 

 

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