COSENZA – Il Presidente Claudio Nigro ha introdotto la seduta della commissione cultura che ha ospitato Franco Pasqua, che nel presentare il poeta e scrittore cosentino lo ha definito “un talento naturale della nostra città che adopera nelle sue poesie e negli scritti un linguaggio colto, così come il suo modo di scrivere risulta colmo di profondi pensieri, mentre la sua poesia, in particolare – ha aggiunto Nigro – riflette stati d’animo di una vita interiore per niente facile. Ma è proprio nella scrittura e nella poesia che Pasqua ha trovato la chiave per affrancarsi da questo destino così amaro.”
Quando prende la parola davanti alla commissione cultura di Palazzo dei Bruzi Franco Pasqua lo fa con un candore disarmante dicendosi estremamente contento per l’invito ricevuto dal Comune “perchè questo – dice – ha il sapore di un incontro speciale che esula da tutti gli altri, perché è un incontro che arricchisce. Quello che conta è sempre l’uomo.” E racconta ancora di quella volta che l’ormai suo amico Giorgio Squarotti venne a Cosenza per una conferenza all’Accademia cosentina. Qualche tempo dopo, l’ennesima lettera del lungo epistolario e nella quale Squarotti
lo ringraziava “per essere venuto a contatto con la sua viva umanità e spontaneità fino a rimanerne arricchito.” Pasqua ha portato in commissione quasi tutti i suoi libri, da “Dissolvenze” ai due volumi di “A futuro inganno”, da “Il seme degli astri”, anche questa una raccolta di poesie come “Dissolvenze” e “Mantelli di luna”, alla sua ultima fatica, “Il seme della luce”, ancora un giallo, come quelli ripresi dagli albi dell’Intrepido. Libri “spietatamente veri” li definisce Pasqua, perché parlano della sua infanzia negata e della adolescenza non vissuta, del suo sradicamento dalla vita scolastica. Avvenimenti ricordati dal poeta e scrittore con grande naturalezza. Compagno di classe alle elementari di personalità importanti della vita cittadina come lo scrittore Coriolano Martirano, l’avvocato Ernesto D’Ippolito e il magistrato Tommaso Arnoni, Franco Pasqua, grazie alle letture e alla scrittura, da perfetto autodidatta, ha siglato il suo riscatto, alimentato dal desiderio di reagire alla coercizione di dover abbandonare le aule scolastiche perché la famiglia non aveva i mezzi per mantenerlo a scuola. Al termine della seduta, la Commissione cultura, su sollecitazione di Maria Lucente, d’accordo anche Mimmo Frammartino e gli altri componenti, ha ripreso in mano la proposta che altri, in passato, avevano già formulato, per attribuire a Franco Pasqua la laurea honoris causa. Sarebbe il giusto sigillo alla storia di un piccolo grande uomo. E in attesa che quest’ultimo atto si compia, la commissione ha donato a Franco Pasqua una targa con lo stemma della città di Telesio. Di buon auspicio per il conseguimento del titolo accademico.