RENDE (CS) – La ricerca, in ogni settore, ha precisi e a volte suggestivi “sistemi identificativi” per sottolineare le migliori performance, definendo i parametri attraverso cui va inquadrata la portata di uno studio. O va considerato come innovativo un percorso scientifico che amplia gli orizzonti della conoscenza umana. E allora non bisogna meravigliarsi se, per dare conto di queste eccezionali “conquiste” e di ciò che esse rappresentano, oggi e per il futuro, si sfoglia addirittura il dizionario dei preziosi; mondo che, di per sé, esalta il pregio, la qualità, il valore, diciamo pure la caratura di un gioiello.
È questo dunque il senso del riconoscimento “Gemme della ricerca”, che la comunità internazionale delle basi di dati ha attribuito a San Francisco, negli Stati Uniti, ai professori dell’Università della Calabria Gianluigi Greco, Nicola Leone e Francesco Scarcello, dei dipartimenti di Matematica ed Informatica ed Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica, insieme al Prof. Georg Gottlob dell’Università di Oxford. In particolare, i tre docenti dell’Unical sono stati premiati per gli studi dedicati alla nozione di “hypertree decomposition”, concepita nel 1999 da Gottlob, Leone e Scarcello, e sviluppata negli anni seguenti fino al punto di essere utilizzata oggi in tutto il mondo nell’implementazione delle più avanzate tecniche per la gestione e l’interrogazione di basi di dati di grosse dimensioni. A rendere tutto ancora più significativo ha concorso il fatto che una sessione speciale della conferenza internazionale PODS, la più prestigiosa in questo ambito di ricerca e la cui trentacinquesima edizione è attualmente in corso a San Francisco, è stata dedicata alla presentazione di una panoramica sulle ricerche dei tre professori calabresi, proprio con l’obiettivo di evidenziarne le notevoli ricadute pratiche e l’impatto nelle basi di dati e in altri settori dell’informatica.