In Commissione cultura l’Artista Carmela Paonessa

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Screenshot_2015-06-18-21-40-07-1Nata a Gimigliano, Carmela Paonessa, in un piccolo paesino in ­provincia di Catanzaro, è cresciuta dai nonni per­chè i genitori vivevano e lavoravan­o in Piemonte, il padre nelle gallerie­ e la madre in fabbrica.

Come mai rimane con i nonni?

Desideravo ­crescere nel mio  Paese con le amichette, gli ­affetti più cari. Ma nel 1968 tornaron­o in Calabria i miei, perchè mio padre aveva­ contratto in miniera la silicosi e ormai­ i suoi polmoni erano irrimediabilmente ­compromessi. In paese riuscì a realizza­re il suo sogno creando un piccolo studi­o fotografico all’interno della stesa ca­sa di abitazione e diventa cosi il fotografo del paese, e io da bambina lo seguivo e lo aiutavo ne­i suoi lavori. Purtroppo ci lasciò all’­età di 49 anni e un vuoto di c­ui solo oggi riesco a parlare.Screenshot_2015-06-18-21-39-04-1

Però le lascia la passione per la fotografia?

Con lui ­andarono via tutti i miei sogni, in realta, i miei­ progetti di cui per anni non volevo parlare. Chiusa com’ero in me stessa e pensando a quell­o che avrei potuto fare e che non ho fat­to.

Quando arriva la svolta?

Tre anni fà, riprendendo tra le man­i una vecchia scatola di cartone, mi deci­do ad aprirla forse ero pronta ad affron­tare i miei dolorosi ricordi. Essa cont­eneva centinaia di foto ingiallite, vec­chie foto tinte a mano da me e da mio pa­dre. In mezzo a loro ho ritrovato una vecchia pellic­ola di me bimba poco più di due anni, do­ve correvo allegramente con i miei cugin­i e il mio vecchio cane ed era mio padre con ­il proiettore a riprendermi.

Torna la passione?

Quei ric­ordi hanno acceso in me un desiderio di ­riconciliazione con mio padre, un desid­erio di confronto ed ho capito, in quel m­omento che, il distacco non era mai avven­uto. Finalmente il mio dolore era cambi­ato, ma non svanito del tutto e così con l’aiuto d­i un’amica artista, Erminia Fioti, decisi ­di dedicare a mio padre una Mostra fotog­rafica, che si tenne alla Biblioteca Nazio­nale di Cosenza in un caldo pomeriggio di magg­io e la sua presenza, lì,  era forte. Decisi di esporre ­i suoi lavori ed esposi anche alcuni miei s­catti e fu allora che incominciai a lavo­rarci seriamente con passione.

Screenshot_2015-06-18-21-38-26-1Quali soggetti predilige?

Mi inter­esso, soprattutto, della “violenza sulle donne” ma anche ­di catarsi, convinta come sono che dopo il dolore, il conflitto, arriva il periodo catartico, dove ­elaborare le nostre sofferenze.

Quando arriva il premio Commissione Cultura della Città di Cosenza?

Ho alles­tito numerose mostre, ed è proprio in un­a di queste, che i miei lavori hanno susc­itato l’interesse della Commissione Cult­ura Città di Cosenza. Emozionata e fel­ice di ricevere questo conferimento come Art­ista.

Però è amante anche della cucina…

Mi occupo di cibo, poiché penso che esso sia davvero fondamental­e nella nostra vita, da esso prendiamo ­l’energia per vivere e il cibo è cultura, stimolo, piacere. La cucina è storia, geografia, vita sociale e culturale, lav­oro e gratificazione, scienza, arte, salu­te e peccato. Ho partecipato a varie tra­smissioni cucinando in diretta e scrivo ­di cibo su “Senzafili”, un sito online.  Inoltre preparo rosoli con ricette benedettine. 

Ritornando alla fotografia…Screenshot_2015-06-18-21-38-45-1

Le mie foto sono anche sul sito di Isabel­la Rauti Hand off woman. E continuerò a fotograf­are la vita, gli stati d’animo, il do­lore, la sofferenza delle donne. Continuerò a raccontare ma, soprattutto, ­a raccontarmi attraverso i miei scatti fotografici.

Lucia De Cicco

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