COSENZA – Un’avventura nata un po’ per passione, un po’ per gioco, ma anche per vincere una scommessa, quella di ribaltare i luoghi comuni sul quartiere di via Popilia e ribadire con fierezza l’appartenenza al territorio e alla sua matrice identitaria.
E’ l’esperienza delle mamme alla ribalta della Compagnia teatrale del Sorriso, un gruppo teatrale amatoriale, coordinato da Luisa Cinelli, un’insegnante di inglese che si occupa anche di regia, nato 4 anni fa, nell’ambito di un progetto PON avviato nel VII circolo didattico di via Giulia.
Dapprima il progetto era sorto per avvicinare le mamme alla scuola attraverso il teatro e in special modo attraverso uno spettacolo interpretato dai loro figli.
Poi la cosa piacque e piacque così tanto da invogliare a proseguire quel percorso in autonomia.
La peculiarità della Compagnia del sorriso è data dal fatto che dalle attrici alla regista sono tutte donne e, in barba ad ogni forma di superstizione, sono in tutto 17, tra casalinghe e ragazze del quartiere di via Popilia.
Le mamme alla ribalta della Compagnia del Sorriso sono state ricevute a Palazzo dei Bruzi in Commissione cultura.
All’incontro con le componenti della compagnia teatrale cosentina hanno partecipato, oltre al Presidente della commissione cultura Claudio Nigro e alla Vice Presidente Maria Lucente, anche il Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone e i consiglieri comunali Francesco De Cicco, Mimmo Frammartino, Roberto Bartolomeo e Francesco Spadafora.
Tre le commedie portate in scena dalla Compagnia del Sorriso, diventate dei piccoli cult: “Biancaneve e i 4 nani” (rappresentato ben 11 volte), rivisitazione in vernacolo della celebre fiaba dei fratelli Grimm; “Nobili e povaromi”, rappresentato 4 volte e modellato su “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta e, infine, “Giulietta e Romeo” che ha riproposto il cavallo di battaglia di Shakespeare, cucinato in salsa cosentina.
La Compagnia del sorriso non si avvale di maestranze esterne, ma si occupa anche degli aspetti tecnici degli allestimenti: dalle scene ai costumi, dalle coreografie, alle musiche, alle luci. Tutto all’insegna del fai da te, affidato al buon senso e alla partecipazione volontaria delle donne del gruppo teatrale.
E’ sempre Luisa Cinelli che spiega come si sia appassionata al vissuto personale delle mamme-attrici. Un vissuto non facile da gestire e da capire, considerata la loro estrazione sociale.
“Mi sono incuriosita, ho trovato di fronte a me un bacino ricchissimo, fatto di donne spesso molto sole e con le quali ho avviato un rapporto di auto-mutuo soccorso che ha finito per contagiare anche me. Ora si è creata una bellissima rete sociale che in una società dove prevalgono gli individualismi è il sintomo di un agire controcorrente che funziona e dà buoni risultati.”
La compagnia non solo si autofinanzia, ma devolve ciò che incassa in beneficenza, cosa accaduta anche il 22 marzo scorso con la replica più recente dello spettacolo “Biancaneve e i 4 nani”, rappresentato al Palazzetto dello Sport di via Popilia.
Un esempio di inclusione sociale da seguire, che diverte chi ne è artefice, facendogli dimenticare i disagi di una vita ad ostacoli.