RENDE (CS) – Come ogni anno, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria della Shoah, l’Amministrazione comunale di Rende cerca di complicare il discorso istituzionalizzato per proporre una riflessione sul significato perdurante della memoria dello sterminio che ci parli di noi stessi e non solo dell’oggetto di questa memoria.
«Quest’anno in particolare – è scritto nella nota dell’Assessorato alla cultura -, l’anno della pandemia, ci ha messi di fronte a due imperativi, della “resistenza” e della “resilienza”, per le quali la memoria della Shoah ci può servire da lezione».
Nell’impossibilità di organizzare eventi in presenza, dall’Assessorato guidato da Marta Petrusewicz, ecco quindi due esempi di resilienza praticata nelle condizioni estreme: nel Ghetto di Varsavia e nei campi di concentramento nazisti. «Per la prima, vi presentiamo alcune opere di Zofia Lipecka, un’artista polacca naturalizzata francese, selezionate tra i ventitré ritratti a carboncino esposti nel 2018 al Museo del Presente di Rende nella mostra intitolata “Ci guardano”».
Lavorando sulle fotografie riprese dai tedeschi, cioè i carnefici, nel ghetto di Varsavia, l’artista si concentra sullo sguardo, ridisegnando gli occhi delle vittime, ora alzati verso l’obiettivo in un atto di resistenza.
Nel ritratto a colori (a lato), invece, lo sguardo della bambina curda yazida, una minoranza brutalmente perseguitata dallo Stato Islamico, ci ricorda l’attualità dei crimini contro le popolazioni civili.
La seconda lezione viene dalla straordinaria produzione musicale che veniva composta nei campi di concentramento, al recupero della quale il musicista e compositore pugliese Francesco Lotoro, fondatore dell’Istituto internazionale di Letteratura Musicale Concentrazionaria, ha dedicato trent’anni della sua vita.
Qui il breve video tratto dal docu-film “Maestro”. https://www.raiplay.it/programmi/ilmaestro-lagrandestoria