TIRIOLO (CZ) – Nello scenario del borgo di Tiriolo ha preso il via la quindicesima edizione del “Tarantella Power” che ha segnato un esordio positivo superando anche le più ottimistiche previsioni della vigilia. Una straordinaria partecipazione di pubblico ha fatto da cornice alle prime manifestazioni di un festival che, fino al 29 dicembre, tra concerti, animazioni, seminari e corsi, coniugherà musica e danza con le tradizioni popolari e con le bellezze e le ricchezze anche culturali del territorio: il “cuore” di “Tarantella Power” è il museo e il parco archeologico di Gianmartino, nelle cui vicinanze è stato allestito il teatro tenda destinato ai concerti, ma anche il centro storico e le frazioni di Tiriolo vengono avvolti dai suoni e dai colori della kermesse.
Il sindaco Domenico Greco ha messo in evidenza la portata della manifestazione «sotto l’aspetto culturale ma anche sociale: si intrecciano la musica e la danza, ma anche le vocazioni del territorio sotto il profilo storico, archeologico, enogastronomico e artigianale: riteniamo infatti che il Festival possa avere una notevole forza di attrazione verso le nostre eccellenze, è questa del resto la finalità». Concetti condivisi e rilanciati anche da Antonio Critelli, dell’associazione Arpa, che insieme a Danilo Gatto cura la direzione artistica del festival. Il via al festival è stato all’insegna della musica e anche dell’impegno civile, grazie alla straordinaria voce di Manuela Cricelli: accompagnata da Peppe Platani e Vincenzo Oppedisano, la Cricelli ha dato vita a un bellissimo omaggio a Rosa Balistrieri, «grande cantastorie siciliana che ha cantato la rabbia e l’orgoglio della sua terra», come ha ricordato Critelli. «Rossa Balestrieri – ha detto dichiarato Manuela Cricelli – è una bandiera delle lotte sociali della quale è necessario non smarrire la memoria perché significherebbe smarrire un sentiero della nostra libertà».
Il festival si è poi spostato nell’area dell’Antiquarium e del parco archeologico di Gianmartino, teatro di eventi non solo musicali: grazie alla collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali/Soprintendenza archeologica Belle arti e Paesaggio, è partito il restauro – “in diretta” – di 23 monete e due statuette ritrovate nella campagna di scavi 2014-2015, affidato alla restauratrice Aba Muleo e all’archeologa Paola Caruso nel contesto dell’iniziativa “Cantiere aperto: comunicare la conservazione”, così come sono iniziate le visite guidate al museo e all’area archeologica. Non poteva poi esserci migliore chiusura di serata dell’esibizione dei Parafonè, interpreti moderni della musica popolare. L’impegno del gruppo è quello di riproporre la musica senza variarne l’essenza, utilizzando gli strumenti tramandati di padre in figlio come chitarra battente, zampogna, lira, organetto, tamburello e fischiotti: strumenti antichi che lasciano intravedere una straordinaria attualità soprattutto in una società che tende a smarrire le proprie identità culturali.