COSENZA – Il giovane scrittore e poeta Daniel Cundari ha presentato ieri, alla Feltrinelli, il libro dal titolo ‘Poesie contro me stesso’. Pubblicate da Rubettino Editore, le poesie di Cundari sono senza limiti, sia per quanto riguarda la lingua, sia per le espressioni. Il poeta originario di Cuti (Rogliano) , infatti, nelle sue poesie, utilizza vari idiomi tra cui il suo dialetto. “Ciò che conta e meraviglia è la lingua della poesia e non lo strumento” – spiega Cundari al suo pubblico. Con lui, a presentare l’opera, l’antropologo e scrittore, nonché docente all’Università della Calabria, Mauro Francesco Minervino, che ha illustrato agli spettatori il libro come un mezzo per predicare il presente e che, come fa il teatro, mette in connessione tutte le potenze del poeta. Le poesie di Daniel Cundari, spiega Minervino, sono in grado di evocare l’interlocutore come se fosse un fantasma e di coinvolgerlo nel monologo. I testi si presentano con molto corpo, tanto da non aver bisogno di ulteriori critiche e spiegazioni; lasciano trasparire, come si intuisce dal titolo del libro, una sorta di sacrificio in cui lo scrittore si spende attraverso le parole, senza cadere mai nella stucchevolezza. In seguito, accompagnato in sottofondo musicale dal sax del maestro Flavio Nicotera, il giovane poeta ha dato inizio al poetry reading, dimostrando la sua grande capacità non solo nella scrittura ma anche nella recitazione. Grazie alla concentrazione di passione ed enfasi con cui ha interpretato le letture, Cundari è riuscito a coinvolgere il pubblico, passando rapidamente dalla lingua italiana e ispanica al dialetto roglianese, lasciando cogliere agli spettatori l’alternarsi delle espressioni di ironia e rabbia, suscitando in loro sorrisi e amarezza. A fine presentazione, il pubblico ha espresso riflessioni e posto domande al giovane poeta roglianese che ha accolto con grande umiltà i consensi ottenuti.