L’arte come strumento di inclusione: Teatrabile 2012

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COSENZA – Un pubblico variegato e molto partecipe quello che ha assistito alla seconda edizione di Teatrabile 2012. Il cinema-teatro “A. Tieri” di Cosenza è stato per due giorni palcoscenico privilegiato per le performance prodotte da diverse organizzazioni che sul territorio si occupano di integrazione e inclusione sociale. La rassegna è stata infatti realizzata grazie alla collaborazione tra Associazioni Itinerari Sperimentali, AFD – Associazioni Famiglie Disabili di Castrovillari, Radio 180, il centro socio culturale Vittorio Bachelet, Be Equal, Arcipesca FISA – sezione provinciale di Cosenza, la cooperativa Centro Diurno La Ghironda e il Centro di Salute Mentale.

Una raccolta di momenti artistici singolari, frutto di un intenso lavoro e di un costante impegno da parte di “attori”, operatori e volontari delle realtà partecipanti. Musica, canto, recitazione, ballo: espressioni di cultura e di bellezza che riescono a travalicare le barriere delle differenze. L’arte come strumento terapeutico che unisce, che facilita la conoscenza e la vicinanza con l’altro. Un percorso lungo e a volte tortuoso che si pone una meta ambita ed importante: migliorare la qualità della vita dei soggetti diversamente abili e/o svantaggiati, costruire insieme un cammino che porti al potenziamento della consapevolezza del loro sé. Facendo leva sulle abilità della sfera emotiva e creativa si cerca di aprire un varco, un ponte di collegamento tra le persone, una breccia nella paura e nella diffidenza.

Il risultato è stato un susseguirsi di proposte curiose che è riescito a mescolare, senza sovrapposizioni o distorsioni, testi impegnati e più leggeri: da “Cosimo ed il brigante Gian dei Brughi” liberamente tratto da “Il barone rampante” di Italo Calvino realizzato dal centro diurno La Ghironda – per la regia di Ferruccio Stumpo – alla favola di Cenerentola rivisitata da Dario De Luca e preparata dall’AFD di Castrovillari. E non sono mancate certo le risate con il “Cabaret Disabile” o gli intermezzi musicali del clown Francesco Perri, con il naso rosso e la chitarra in mano.

Gli applausi del pubblico e i sorrisi dei protagonisti sono la risposta migliore per il successo dell’iniziativa, che vuole contribuire ad un vero e proprio cambiamento culturale, unica valida alternativa alla marginalizzazione e al superamento della disabilità.

Sul palcoscenico protagonisti assoluti uomini e donne (e qualche bambina/o) che sono al centro dell’attenzione per le loro capacità artistiche più che per i loro “difetti”, persone che si sono messe in discussione perché animate dalla volontà di scoprirsi nelle loro qualità, troppo volte tenute nascoste. Ciascuno dà il proprio contributo. Ciascuno diventa pezzo di un mosaico più grande che si può ammirare solo nel complesso, quindi stando insieme. L’arte che diventa sinonimo di socialità e di relazione, nella costruzione di un percorso di vita che tiene conto di tutti.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

 

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