“Libri a palazzo”: presentato “7 giorni”, l’inno all’amore di Beniamino Donnici

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MENDICINO (CS) – Certe parole e certe emozioni ti si cuciono addosso. È accaduto questo ai tanti che hanno affollato il bellissimo cortile di Palazzo Del Gaudio- Campagna, dimora nobiliare nel cuore del centro storico di Mendicino. Si apre sul filo delle emozioni vere la terza edizione di “Libri a palazzo” ,«una rassega culturale nata per caso un pomeriggio- svela ai presenti l’assessore Margherita Ricci- e pensata per far rivivere il centro storico». Complice l’aria frizzante e il panorama mozzafiato, il pubblico si è fatto cullare da “7 giorni” di Beniamino Donnici, un libro che è un inno all’amore. «Un libro calibrato, intrigante, un testo che ben si presta al gioco degli ossimori- svela la giornalista Giusy Cuceli-». Per destino o per scelta Beniamino Donnici e Valerio Giacoia, psichiatra uno e giornalista l’altro, trovano il rifugio dell’anima e del corpo nel monastero di clausura dell’isola di San Giulio e si trovano a vivere e condividere sette giorni che li segnano. «Provengo da una famiglia comunista in cui la fede non trovava spazio. Io ho sempre avuto una tensione diversa rispetto a loro, anni fa mi trovavo a Roma e, dopo un incontro con la mistica di Paravati Natuzza Evolo, ho pensato alla realizzazione di un documentario sulle tracce di Dio, un percorso che mi ha indirizzato alla lettura dei testi di  Anna Maria Canopi, monaca di clausura nel monastero dell’isola di San Giulio. Rimasi abbagliato e scrissi una lettera alla Canopi chiedendole di farmi da guida nella realizzazione del documentario, era il 2005 e allora ebbero inizio i miei soggiorni nel monastero». Beniamino Donnici racconta il viaggio verso la conversione in modo disarmante, «una conversione nata nel 2005 in un momento di dolore e di fatica, un colpo al cuore fu il viaggio a  Medjugorje intrapreso per accompagnare mia figlia ad uno stage di danza che mi ha portato poi a compiere un pellegrinaggio». Da lì parte quel viaggio che lo porta a festeggiare il sessantesimo compleanno in un monastero. Nell’assoluta tranquillità di un luogo che Giacoia paragona all’Eden e, con la semplicità e il carisma della badessa Canopi, è germogliato quel diario che i due autori hanno trasformato in una storia di intensità e fascino che si condensa in sette giorni. Sulla scia del giansenista Blaise Pascal, ci sia avvia alla conclusione,«Dio esiste o no? Ma da qual parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c’è di mezzo un caos infinito[…]Sì, ma scommettere bisogna: non è una cosa che dipenda dal vostro volere, ci siete impegnato. Che cosa sceglierete, dunque? Poiché scegliere bisogna, esaminiamo quel che v’interessa meno. Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l’errore e l’infelicità. La vostra ragione non patisce maggior offesa da una scelta piuttosto che dall’altra, dacché bisogna necessariamente scegliere. Ecco un punto liquidato. Ma la vostra beatitudine? Pesiamo il guadagno e la perdita, nel caso che scommettiate in favore dell’esistenza di Dio. Valutiamo questi due casi: se vincete, guadagnate tutto; se perdete, non perdete nulla. Scommettete, dunque, senza esitare, che egli esiste».

Rita Pellicori

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