L’irriverenza di Giobbe Covatta a raccontare le sorti del pianeta terra

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CORIGLIANO – ROSSANO (CS) – Da Giobbe Covatta un nuovo spettacolo dove comicità, ironia e satira si accompagnano alla divulgazione scientifica su quelli che sono i grandi temi del nostro secolo: sostenibilità del Pianeta e di conseguenza delle sue popolazioni.

E’ il terzultimo appuntamento della Rassegna  di Teatro e Musica “Primafila” dell’Associazione “Novecento Teatri” per la direzione artistica di Benedetto Castriota. Lo spettacolo è in programma venerdì 22 febbraio alle ore 21.00 al Teatro Metropol di Corigliano.

Un’occasione di divertimento, ma anche per comprendere che la fine del mondo prevista per il 2012 potrebbe essere solo stata rimandata, se la temperatura del nostro pianeta aumentasse  di… 6 gradi!  Certo l’uomo non perderà il suo ingegno e Giobbe si diverte ad immaginare le stravaganti invenzioni scientifiche, ma anche sociali e politiche, che metteremo a punto per far fronte ad una drammatica emergenza ambientale e sociale. Ne emergeranno personaggi di grande verve comica indaffarati a realizzare all’ultimo momento quello che noi avremmo dovuto fare da anni.

Un nuovo one man show matematico, minimalista nella scenografia, massimalista nelle testi. 6° ( sei gradi) uno spettacolo di Giobbe Covatta e Paola Catella, regia di Giobbe Covatta dove,  il comico napoletano dice : «Immagino il mondo nel 2.115, un dopodomani mica troppo lontano, abitato dai nostri pronipoti – spiega Covatta. – Cosa succede con sei gradi in più sul pianeta? Cose inquietanti e ridicole.

Tra le prime, per dirne una, i monsoni che scompaiono e 4 miliardi di persone costrette a ritrovarsi senza l’alimento base della loro vita: il riso. Scomparso, via. Tra le seconde, le scappatoie scientifiche che l’Uomo, che resta intelligente, inventerà per sopravvivere. Poi, se non ce la farà, alla Terra sai che gliene frega». Far ridere coi numeri, e per di più sull’Armageddon: ma si può? «Certo che sì – conclude Covatta – anche ai funerali si ride, e il morto non se la prende».

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