Lo spettacolo Julius chiude il laboratorio teatrale su Giulio Cesare di Shakespeare

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A3 juliusCOSENZA – Si chiude con lo spettacolo Julius il laboratorio teatrale su “Giulio Cesare” di W. Shakespeare, un laboratorio intensivo, diviso in due fasi: la prima dedicata allo studio e alle interpretazioni del testo, la seconda finalizzata alla messa in scena. Un percorso durato circa quattro mesi, intenso e totalizzante per chi ha partecipato: attori ed aspiranti tali, ragazzi, donne e uomini dalla sensibilità spiccata e dal cuore grande che hanno imparato a conoscere le dinamiche, gli amori, gli orrori, la bellezza, la forza e i misteri che ci sono dietro la costruzione di uno spettacolo teatrale partendo da un testo shakesperiano.

L’atmosfera creata da Shakespeare nel suo “Giulio Cesare” è stata la chiave d’accesso per la nostra ricerca, la porta che ci ha permesso di entrare nelle vite dei protagonisti e contemporaneamente di riuscire a mantenere la giusta distanza tra il mito descritto da Shakespeare e la nostra esperienza. Un’atmosfera quella dell’opera che ha mostrato da subito due strati molto delineati e marcati nei loro magici opposti: uno testuale con dialoghi magnifici e sublimi, l’altro spaziale, fatto di luoghi, che se anche evocati nel testo, si evolvono, si stratificano con una forza ed un peso differenti rispetto a quelli proiettati dalle parole. Di conseguenza anche i personaggi subiscono l’alternarsi dei due strati, prede contemporaneamente di stati emotivi e luoghi mentali, metafisici, surreali.

Ed è proprio nel metafisico che ci siamo inoltrati, esplorando i “vuoti” lasciati da Shakespeare tra le pieghe del suo linguaggio sempre ricco di significati nascosti e immagini potentissime che ci hanno accompagnato e ossessionato per tutto il viaggio. Ci siamo misurati con l’eterna esigenza di dover trovare un giusto equilibrio tra la potenza tragica del testo shakespeariano e le immagini da esso evocate. Cesare muore con 24 coltellate, tradito dai suoi stessi amici, romani, senatori; muore nel Teatro di Pompeo, ironia della sorte, come in una gran messa in scena. Cesare sa, conosce la verità, gliela rivelano l’indovino, il sogno di Calpurnia e l’oracolo delle sacerdotesse nel Tempio. Il nostro protagonista va a morire come un agnello sacrificale, il suo è un atto dovuto e necessario per diventare mito e dare a Roma una nuova stirpe di imperatori. Cesare muore per rinascere dalle sue stesse ceneri. Anche noi di LiberoTeatro di tanto in tanto moriamo e rinasciamo dalle ceneri per “tendere” ad incarnare la nostra idea di teatro, il nostro mito.

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