COSENZA – Il piacere di ospitare una produzione di una Compagnia storica del nostro territorio e allo stesso tempo un modo per manifestare solidarietà ad un’istituzione teatrale che sta vivendo un momento di grande difficoltà sul quale è giusto che la voce di chi fa e produce teatro in questa regione si faccia sentire.
Con questo spirito il progetto MORE di Scena Verticale, titolare della residenza teatrale del Morelli, chiude la sua prima fase – quella che ha offerto il palcoscenico del teatro di via Oberdan a produzioni di teatro contemporaneo di grande qualità ed i numeri relativi alle presenze esprimono tutto l’apprezzamento del pubblico – con “Lo stipo”, produzione del Centro RAT-Teatro dell’Acquario, in scena venerdì 10 maggio alle ore 21.00.
Lo spettacolo è liberamente ispirato al racconto “Piedi nudi” di Corrado Alvaro, dalla raccolta “L’amata alla finestra”. L’adattamento è di Dora Ricca, che firma anche scene e costumi, la regia è di Antonello Antonante.
Giovedì 9 maggio, alle ore 18.00, incontro con la Compagnia nel Ridotto del teatro Morelli. I partecipanti avranno diritto al biglietto ridotto (€ 5,00) per lo spettacolo.
Spenti i riflettori sul teatro, la stagione MORE prevede una seconda ed ultima finestra sulla musica, il 15 maggio, con lo spettacolo “Nel dubbio suona” del quartetto “Il Circolo delle Quarte”.
Note su “Lo Stipo”
Procopio (Maurizio Stammati) e Lucrezia (Maria Marino) sono rimasti superstiti sventurati di un terremoto che ha provocato la loro disperata ricerca di un nuovo posto in cui insediarsi. Anche lo “stipo” in legno di ciliegio è andato distrutto, compreso il servizio di tazzine dorate che costituiva un’ultima risorsa di nobiltà su cui agganciare la loro vita di stenti. I due si incamminano dal loro paese, quindi, verso la stazione ferroviaria, fiduciosi che, prendendo un treno e indirizzandosi verso la città, con l’aiuto di un parente possano capovolgere la direzione della loro “fortuna”.
Lo spettacolo è incentrato su questa impresa, scandita da un’originale scelta scenica che, mediante la predisposizione di tavoli reclinati in senso verticale con relativo sciabordio di pietre, testimonia gli ostacoli che il cammino della coppia incontra. Sono in tal modo formalizzati i cambi di scena e l’ininterrotto peregrinare dei due, alla ricerca del treno che li trasbordi in questo agognato luogo, desiderio e speranza di molti emigranti degli anni ’60, come si desume dal racconto di Corrado Alvaro, da cui la rappresentazione teatrale prende spunto.
La regia ha puntellato la soluzione interpretativa con un prologo eschilo/euripideo ed un epilogo in musica che intervalla una canzone calabrese ed un ritmo canzonettistico del cosiddetto boom economico degli anni ’60. A significare, insomma, che la soluzione dei problemi nasce dalle scelte dei singoli, anche se i cosiddetti magnifici anni ’60 volevano convincerci del contrario.
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venerdì dalle 18.00 alle 20.45
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