COSENZA – Ha ufficialmente aperto i battenti sabato scorso “Mc Mafia”, la prima mostra su mafia, camorra e ‘ndrangheta nella storia del fumetto
All’interno delle sale espositive del Museo del Fumetto di Cosenza, gestisto dalla cooperativa Cluster e dalla Provincia di Cosenza, la mostra, che chiuderà i battenti dopo circa un mese, il 26 marzo, è stata realizzata per i dieci anni dell’Associazione daSud, dopo una prima fortunata tappa presso Il Museo di Roma In Trastevere.
Mc Mafia è uno sguardo inedito e globale sulla rappresentazione delle mafie nella produzione fumettistica che va dal secondo dopoguerra ad oggi. 90 opere originali frutto di un lavoro di ricerca di oltre 40 autori, distanti tra loro per provenienza e stili, con l’obiettivo di mostrare come i fenomeni criminali siano stati raccontati nel corso degli anni e come è cambiato l’immaginario. Dalla narrativa pura al giornalismo d’inchiesta e alla satira.
Alla giornata inaugurale di sabato scorso hanno partecipato in un incontro sul tema, oltre al responsabile artistico del Museo del Fumetto, Luca Scornaienchi, il Procuratore di Paola Giordano Bruno, l’autore di fumetti Giacomo Bendotti, il musicista Kento e Cinzia Paolillo dell’associazione daSud. Infine durante la serata Giacomo Bendotti con un’estemporanea ha realizzato un disegno dal vivo.
Tre le sezioni in cui si divide “Mc Mafia”: nella prima sezione si comincia con le strip realizzate nel secondo dopoguerra, con le tavole di storici personaggi come Dylan Dog dove appaiono surreali rappresentazioni del fenomeno mafioso e si prosegue con le avventure poliziesche dell’agente della squadra omicidi della polizia di New York, Nick Rider, lo storico personaggio nato dalla matita di Claudio Nizzi che pagina dopo pagina si muove in atmosfere che ricordano quella Little Italy già narrata ne “Il Padrino” di Francis Ford Coppola.
La seconda sezione è invece dedicata alla satira e realizzata con l’aiuto dei giornalisti Giampiero Cardarella e Sergio Nazzaro. Ospita le opere di autori come Riccardo Mannelli, Natoli, Mauro Biani e Natangelo: la mafia in questi casi non è più rappresentazione del male ma racconto della realtà, cronaca del quotidiano e memoria da conservare di un tempo in cui le mafie si sono radicate nel nostro paese. In mostra anche illustrazioni e disegni che raccontano la parte più intima e più nascosta del fenomeno.
La terza sezione, infine, racconta il presente attraverso l’esposizione di tavole tratte da fumetti più recenti. La maggiore attenzione rispetto alle tematiche dell’antimafia, ha infatti portato molti fumettisti a mettere da parte il racconto di “padrini” e “picciotti” per disegnare vita e memorie di chi le mafie ha provato a combatterle. È così nel caso delle graphic novel pensate dall’Associazione daSud ed edite nella collana “Libeccio” di Round Robin Editrice o come nelle monografie pubblicate da Becco Giallo con fumetti dedicati alla vita di Pippo Fava, Peppino Impastato, Don Peppe Diana e altri eroi dell’antimafia.