MENDICINO (CS) – Se l’ultima cena non fosse l’ultima? Se a mancare fosse il coraggio di vivere, di guardarsi e vedersi in modo sincero, di affrontare i propri demoni, quale soluzione adottereste? Scritta da Giuseppe Vincenzi, ieri sera è andata in scena la commedia “Quasi quasi m’ammazzo”, il primo dei quattro spettacoli portati in scena dal circuito Diteca nord che ha aperto la seconda stagione del teatro comunale di Mendicino. Quattro anime dilaniate da una realtà che ci allontana e ci ingabbia in stereotipi, quattro vite allo sbaraglio si incontrano, e la miscela è assolutamente esplosiva. Paolo, informatore scientifico, tutto teoremi e perbenismo; Marco, imprenditore sfinito dai debiti che barcolla ebbro di disperazione; Alessandra, l’attrice che si atteggia a prima donna e non ricorda più come si mangia; Stefania, la stakanovista incapace di avere rapporti umani, si incontrano nel triste ristorante di una grande città. Il ritratto dei luoghi comuni e delle apparenze, la messinscena di un universo borghese coi suoi vizi e le sue virtù. L’improvvisata, il colpo di testa, qualcosa che porta a morte certa innesca il gioco della verità in cui ci si mette a nudo snocciolando pensieri autentici. Quelli che dovrebbero essere gli ultimi 15 minuti di vita si giocano tra brindisi, balli, illusioni e crudeltà. In attesa della morte il tempo si scandisce camminando e dondolando, tra successo e follia. La satira e il grottesco danno pepe alla surreale ultima cena di Marco che ha già pianificato tutto. La comicità delicata mette in luce un’umanità individualista e frammentata in cui non c’è spazio per l’ascolto e il confronto. Attori brillanti hanno fornito quattro diverse prospettive di vita. La parola si fa carne e infonde leggerezza affinché il pubblico possa ridere di gusto. Quello che sembrava il luogo del non incontro paradossalmente è stato il luogo più vero per mettersi a nudo e scoprire che ricominciare è sempre possibile.
Rita Pellicori