MENDICINO (CS) – Liberamente ispirato al “Marcovaldo” di Italo Calvino, questo pomeriggio è andato in scena “I figli di Babbo Natale”, il secondo spettacolo del teatro per ragazzi presso il teatro comunale di Mendicino. “I figli di Babbo Natale” ,l’ultima novella di “Marcovaldo ovvero le stagioni in città” pubblicato nel 1963, narra di Marcovaldo, operaio ingenuo della ditta Sbav alla presa con problemi economici. Incaricato dal direttore dell’azienda- un uomo cinico dal marcato accento milanese, dedito al profitto e cresciuto sotto l’egida educazione dittatoriale della mami- di consegnare porta a porta i regali di Natale indossando un vestito da Babbo Natale , Marcovaldo fa le consegne accompagnato dal figlio Michelino che vuole fare un regalo ad un bambino povero. Con l’ingenuità propria dei bambini, Michelino regala all’annoiato e viziato figlio del direttore una fionda, un martello e dei fiammiferi con cui distrugge la casa. Il giorno seguente Marcovaldo va a lavoro temendo di essere licenziato, ma scopre che il capo è rimasto colpito da quei doni (l’unico pacco scartato sui 312 doni che riceve ogni anno e che puntualmente non scarta per noia) che lo hanno fatto realmente divertire , e decide di mettere in commercio il “regalo distruttivo”. Italo Calvino fa centro con questo racconto che mescola fiaba e ironia per raccontare l’attualità in modo pungente: città caotiche, la crescente industrializzazione, la vacuità dei sentimenti umani, l’asservimento al dio denaro, un consumismo sfrenato e un’infanzia sempre più sterile e priva di innocenza che fa dire a Marcovaldo :« I bambini non mi guardano più con lo spirito di una volta, chissà dove è finito lo spirito del Natale» . L’ingenuità di Marcovaldo (interpretato da Mario Massaro De Marco , direttore artistico del teatro comunale), la spregiudicatezza del direttore d’azienda (il simpaticissimo Antonio Arena) e l’aria scanzonata della segretaria vanitosa e poco avvenente ( Elisa Ianni Palarchio) hanno conquistato il pubblico che ha riso e applaudito a lungo questo spettacolo che chiude la prima stagione del teatro di Mendicino. Le luci si sono spente, il sipario è calato. Si respira già aria di nostalgia. Speriamo che non duri a lungo.
Rita Pellicori