RENDE (CS) – Si inaugurerà il 2 ottobre alle ore 18:30 presso il MAON, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende, la mostra “ANGELO BRESCIANINI / A ferro e…fuoco” a cura di Salvatore Falbo e Roberto Sottile.
La mostra, fortemente voluta dall’attuale Amministrazione, resterà aperta al pubblico fino al 24 ottobre 2015 e presenta una selezione significativa delle opere di Brescianini, nato nel 1948, a Pallazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia, dove vive e opera, noto per la sua singolare maniera di realizzare le opere con l’uso di armi da fuoco indirizzate su lastre d’acciaio .
Questa rassegna precede le mostre che vedranno l’artista protagonista di importanti appuntamenti al Lattuada Studio di Milano, nel mese di novembre, e successivamente a New York, Londra, Miami, Houston e, per ultimo, nel mese di marzo 2016, a Dubai.
Le opere esposte danno l’opportunità di apprezzare la poliedricità di un innovatore, che ha fatto della ricerca continua e della contaminazione fra i generi, l’elemento caratteristico del suo personale linguaggio. In più di trent’anni di attività, non ha mai smesso di sperimentare, dimostrando con naturalezza la possibilità di compendiare in nell’opera elementi propri dell’artigianalità e delle tecniche di produzione industriale, del design e delle più complesse ricerche pittoriche e plastiche. E, proprio dall’evoluzione di queste ricerche, nascono le sue “Espansioni”, particolari opere realizzate sparando con fucili, pistole e altre armi da fuoco, che egli ma definire “ i miei pennelli”.
Brescianini riesce a realizzare, sparando contro piastre d’acciaio, superfici estroflesse in grado di “catturare” la luce, creare dilatazioni visive ed espandere il riflesso deformato dello spazio circostante e definite da Antonio Falbo, che ne è stato lo scopritore, “metafora del vuoto, dell’attesa e della provvisorietà delle cose. Attraverso zone arcane, si stabilisce in esse un sentimento di attesa, che si interroga sulle ragioni del ritmo e della compiutezza convenzionale”.
È con un gesto dissacrante e non convenzionale come lo sparo, che Brescianini manifesta l’intenzione di andare oltre il gesto pittorico, pur preservando il fascino tradizionale della pittura stessa, fatta di monocromie e di effetti cinetici di imperscrutabile bellezza.