Museo del Fumetto Cosenza, anche Brunori all’inaugurazione della mostra su Charlie Hebdo

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COSENZA – Verrà inaugurata sabato 9 aprile alle ore 17,00 presso il Museo del Fumetto di Cosenza la mostra dedicata alla satira politica e, in particolare, a una rivista, Charlie Hebdo, punto di riferimento nel panorama satirico internazionale e tristemente balzata alla cronaca per i tragici fatti del 7 gennaio dello scorso anno. Ricco il programma di sostegno all’inaugurazione del percorso espositivo che vedrà la partecipazione di tanti nomi importanti del panorama artistico e musicale, mentre nuovi nomi continuano ad aggiungersi a quelli già confermati. Si parte con Hettaruzzu Hebdo, una miscela di talk con protagonisti Vincenzo (Guru) Iacoianni, Antonello Anzani, Nunzio Scalercio, Peppe Febbraio e Nicolò Savini. In seguito, è la volto del cantautore Dario Brunori che accompagnerà con una mini peCharlie Hebdorformance chitarra e voce l’apertura della mostra su Charlie Hebdo; quindi toccherà ad Aldo D’Orrico aka Al The Coordinator e a Ilaria Montenegro. La retrospettiva prevista al Museo del Fumetto è la prima dedicata a Charlie Hebdo che viene messa in opera in Italia: in mostra le migliori cover realizzate da Coco, Riss, Luz, Chaterine, Charb, Tignous, Honore, Reiser, Gèbè, Wolinsky, membri della redazione francese. Nel giorno dell’apertura la disegnatrice Coco e Marika Bret, redattrice della rivista incontreranno il pubblico e presenteranno il libro postumo di Charb, storico editore della rivista francese, dal titolo “Ridete, per Dio” (Piemme Edizioni), scomparso assieme al disegnatore Wolinsky nel corso dell’attentato di matrice terroristica costato la vita a ben dodici persone. E proprio la disegnatrice Coco fu presa in ostaggio dai due terroristi nel triste giorno di gennaio dello scorso anno e costretta a immettere il codice numerico per aprire la porta dell’edificio, prima di essere portata al secondo piano dove assistette agli omicidi di Wolinsky e Cabu, per poi nascondersi sotto una scrivania riuscendo, così, ad aver salva la vita.

La mostra, realizzata col patrocinio di Institut français d’Italie e Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ripercorre la storia della rivista dal 1970 ai giorni nostri, da quando, cioè, il giornale prese il suo attuale nome: “Charlie” era riferito al fatto che il giornale pubblicasse le strisce a fumetti dei Peanuts, il cui protagonista è Charlie Brown; “Hebdo” è l’abbreviazione di “hebdomadaire” (settimanale). Dopo una chiusura decennale per scarse vendite, il giornale riaprì i battenti nel 1992 sotto la guida di Philippe Val e del fumettista Charb. In questi anni, “Charlie Hebdo” ha ospitato i disegni di alcuni dei fumettisti più famosi della Francia che spesso l’hanno reso oggetto di astio. Non meno nota della strage del 7 gennaio 2014, l’esplosione che colpì la sede nel 2011. In quel caso, il numero uscito il giorno dopo l’attentato mostrava un disegno di Maometto che avrebbe inflitto cento frustate a chi non fosse “morto dal ridere” leggendo la rivista.

 

 

 

 

 

 

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