COSENZA – La collana ‘La Finestra di fronte. Panorami tra Cinema e Fotografia’, si arricchisce di un nuovo titolo: ‘L’immagine rivelata’ che riporta gli scatti eseguiti da Emilio Arnone, art director per Plane Srl, agenzia di marketing e comunicazione ed è delegato provinciale FIAF per la provincia di Cosenza e collaboratore delle attività culturali della FIAF.
Il libriccino, si divide in due parti: la prima parte è costituita da scatti fotografici eseguiti solo in un giorno, precisamente il 15 febbraio 2012, nella città di Cosenza, si riferiscono ad uno spazio del cimitero comunale messo in parallelo al museo all’aperto Bilotti. Nella prefazione del libro l’autore ci spiega come “La ripresa fatta all’interno del cimitero di Cosenza, sotto una coltre di neve, messa in rapporto alle opere d’arte impacchettate su corso Mazzini, in un montaggio alternato, è solo un’impronta, un’asfissia, un’assenza fuori dal tempo. Le immagini delle sculture incellofanate sono la metafora dei cadaveri, la rappresentazione stessa di qualcosa che è stato e quindi morto. Rimandano all’idea di monumentalizzazione in un processo di mummificazione, di imbalsamazione del corpo del defunto, sembrano urlare, sofferenti, immobilizzate, strette dalla sensazione di essere senza via d’uscita, come la morte che non dà scampo”.
La seconda parte, nasce dal fortunato libro dell’antropologo Mauro Minervino dal titolo Statale 18, dove Arnone declina il paesaggio, attraverso la ripresa delle edicole mortuarie poste sulla Strada Statale 18. Arnone sottolinea come “La ripresa eseguita per catturare le immagini delle edicole mortuarie, poste sulla Strada Statale 18, è stata eseguita con un apparecchio istantaneo, acquistato su e-bay a buon mercato, per cinque dollari e fortunatamente non ben funzionante (sin dalla metà degli anni Sessanta si è insistito sull’utilizzo di macchine fotografiche di basso livello per favorire nuove scoperte visive). Il meccanismo della mia vecchia Polaroid spesso si inceppava e i film scaduti, avuti in dono dal fotografo di matrimoni di Casabona Peppino Palmieri, hanno fatto sì che incorressi in diversi incidenti fotografici, questo però mi ha consentito di esplorare l’imprevedibilità dell’immagine e quindi del reale, in relazione all’idea stessa della precarietà della vita”.
Tra le opere di Emilio Arnone ricordiamo anche un doppio reportage eseguito in solo due giorni: uno interamente realizzato su internet, precisamente con Street View, catturando il centro storico de L’Aquila, l’altro il giorno seguente nella città di Cosenza. Il risultato è la dimostrazione di quello che da sempre è la natura ingannevole della fotografia: un osservatore che non avesse mai conosciuto per esperienza diretta i luoghi rappresentati, scorrendo queste immagini sarebbe certamente indotto a pensare ad un errore del programma di impaginazione, con scambio dei nomi delle città raffigurate: Cosenza città appena devastata da un terremoto, L’Aquila ritratta in una paciosa, soleggiata quotidianità.
Nel 2009 Arnonr collabora e co-produce il film del grande regista Raoul Ruiz dal titolo Agathopedia, presentato alla decima edizione de la Milanesiana e al festival del cinema di Procida, successivamente Arnone realizza una sua versione apocrifa del film, inoltre ha partecipato a numerose collettive fotografiche quali Il suono della normalità a FotoGrafia Festival Internazionale della Fotografia di Roma (2008); Foto d’arte, foto industriale, presso l’area dell’ex deposito delle Ferrovie della Calabria di Cosenza (2006); la mostra allestita in occasione della Giornata Mondiale Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, in collaborazione con l’onlus Fondazione Rava – NPH, ospitata a Milano presso la Galleria Vittorio Emanuele e presso il Castello Sforzesco (2002).