COSENZA – Il 29 ottobre di 62 anni fa nasceva a Crotone uno degli autori italiani più apprezzati e criticati degli ultimi decenni, portatore di una genialità capace di mantenersi ferma all’intuizione e alla lungimiranza pura, tipica di uno spirito contemplativo e tormentato quale era quello di Salvatore Antonio Gaetano meglio conosciuto come Rino Gaetano.
Di difficile collocazione non rientrava nella distinzione canonica del cantautorato italiano, non era così impegnato come Fabrizio De Andrè o Francesco Guccini ma non era neanche così disinteressato come Lucio Battisti, faceva parte di tutto e di niente ma con un’eccezionalità in più, quella di snudare con destrezza il coltello tagliente del sarcasmo, dell’autoironia, della provocazione estrema con il quale, senza stancare, raccontava la società di allora che poi è ancora quella di oggi, costringendo alla riflessione.
Da subito fu il paladino di un sud oppresso e l’antagonista principale di ogni potere politico diventando punto di riferimento ideologico per moltissime generazioni.
Fortemente incompreso in vita ed entusiasticamente osannato dopo la sua prematura morte avvenuta a soli 31 anni, non risparmiava nessuno, ha sovvertito le regole della musica con una dissacrazione ai limiti del buffonesco e della dolcezza.
Era certamente il maestro indiscusso del nonsense, nell’accezione più alta del termine, ma le sue canzoni possedevano un contenuto che obbligava tutti a pensare perché penetrava nel profondo di un Paese fatto, allora come oggi, di dubbi, incognite ma soprattutto di contraddizioni.
La notte in cui scomparve, il destino o chi per lui, ci ha resi orfani di un grande talento che sicuramente ancora oggi avrebbe colmato quel vuoto fatto di disimpegno civile e sociale dentro il quale siamo immersi.
L’unica cosa che ci resta da fare è lasciare che questo giorno non passi mai inosservato, continuare a ricordare sempre tutto quello che profeticamente ci ha lasciato in eredità e magari provare e essere un po’ come era lui quando cantava “cerco in tutte le canzoni e in un passero sul ramo uno spunto per la rivoluzione”.
Auguri Rino.
Gaia Santolla