Presentata la 40ª edizione della Sagra dell’uva e del vino. Il Sindaco Caruso: “Evento da storicizzare”

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COSENZA – Celebra un importante anniversario la Sagra dell’Uva e del vino di Donnici: quello delle quaranta edizioni e dei 40 anni di attività. Un percorso caratterizzato, nell’ultimo decennio, da un esponenziale innalzamento della qualità del vino della sottozona Donnici, della Dop Terre di Cosenza, che si è aggiudicato anche importanti riconoscimenti all’ultimo Concours Mondial de Bruxelles, la cui ultima edizione si è tenuta proprio tra Rende e Cosenza. Dell’importanza della qualità del vino Donnici e della sua ascesa sia sul mercato nazionale che estero è pienamente consapevole il Sindaco Franz Caruso che ha partecipato questa mattina, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi alla conferenza stampa di presentazione della edizione 2022 della  Sagra dell’uva e del vino, in programma nel borgo antico di Donnici dal 7 al 9 ottobre prossimi, ma che sarà preceduta da un’anteprima, dal 4 al 6 ottobre, che porterà in città molte altre iniziative legate alla Sagra.

“Abbiamo voluto fortemente realizzare questa quarantesima edizione della Sagra dell’uva e del vino a Donnici – ha detto il Franz Caruso nel suo intervento – per dare continuità ad una storia e a una tradizione che devono promuovere il territorio e i suoi prodotti migliori. Dopo la pandemia – ha aggiunto il primo cittadino – c’è un ritorno alla socialità e ad una vita che si sviluppa partendo dalla città, ma in una zona importante del nostro territorio come le colline di Donnici. Ancora una volta la nostra Amministrazione comunale ha assegnato grande attenzione alle periferie e alle frazioni che sono intorno alla nostra città e che sono una ricchezza per Cosenza”.

Franz Caruso ha esaltato il ruolo della manifestazione, “utile a valorizzare non solo i prodotti delle aziende del vino Donnici, ma, soprattutto il nostro territorio e le sue specificità che in passato hanno subito una vera e propria emarginazione. Sia  Donnici che le cantine situate in quel territorio -ha aggiunto il Sindaco Franz Caruso –  hanno una storia, una tradizione e una cultura che meritano di essere raccontate”. Il primo cittadino non ha mancato di sottolineare come, attorno all’organizzazione, con poche risorse, dell’evento ci sia stato un segnale importante di coinvolgimento sinergico che è quello che l’Amministrazione comunale ha voluto sempre portare avanti, sviluppandolo al proprio interno, grazie non solo al settore attività economiche e produttive che fa capo all’Assessore Massimiliano Battaglia, ma anche a tutto il team che in Giunta ha visto la partecipazione attiva delle Assessore all’urbanistica Giuseppina Incarnato e Veronica Buffone che del territorio di Donnici è diretta espressione. Il Sindaco Franz Caruso ha anche sottolineato che la sagra non si esaurirà solo e soltanto nella degustazione dei prodotti enogastronomici, estendendosi anche ad altre iniziative che si svilupperanno in quelli che il primo cittadino ha definito “i gioielli della nostra città”, come il Museo dei Brettii e degli Enotri, il Mab e il complesso monumentale di San Domenico.

Per l’Assessore Massimiliano Battaglia, intervenuto subito dopo il Sindaco, “la ripresa del nome della sagra dell’uva e del vino Donnici, mentre in un primo momento si era parlato di Festa, non ha significato diminuirne il senso, ma ha voluto dire riportarla alle antiche radici, sebbene con un nuovo habitus che consiste   nella novità di aver coinvolto anche la città e di non aver lasciato l’evento consumarsi solo nel borgo di Donnici. Sono stati, infatti, coinvolti alcuni ristoratori della città che nel periodo della sagra proporranno dei menu degustazione a prezzo concordato facendo degustare esclusivamente i vini della sottozona Donnici della Dop Terre di Cosenza”. Per Battaglia “sarebbe stato un peccato non realizzare la sagra proprio in occasione del suo quarantesimo anniversario”. La filosofia della quarantesima edizione dell’evento e i dettagli del programma sono stati illustrati da Tommaso Caporale, sommelier e giornalista enogastronomico, cui la IGT, aggiudicataria del bando pubblicato dal Comune per l’organizzazione e gestione della sagra, ha affidato il coordinamento enogastronomico dell’evento. Direttore artistico dell’evento, che ha curato anche la parte musicale, è, invece, Giuseppe Tuscolano

Caporale ha definito la manifestazione “una sei giorni molto ricca con iniziative davvero trasversali in gran parte della città e non solo a Donnici. La qualità del vino raggiunta nella sottozona Donnici della Dop Terre di Cosenza dà una spinta molto importante al mercato enologico e della ristorazione. Una qualità – ha aggiunto Caporale – migliorata tantissimo, come dimostrano i premi ricevuti al Concours Mondial de Bruxelles.  Oggi chi non viene in Calabria – ha aggiunto il sommelier -si perde davvero un pezzo importante dell’Italia enologica. Dobbiamo cercare in tutti i modi di valorizzare questa sottozona, all’interno di un capoluogo di provincia come Cosenza, attirando l’attenzione di molti enoturisti, i cosìddetti wine lovers”. Quindi Caporale ha ricordato la novità assoluta messa in piedi quest’anno e che riguarda l’allestimento, durante le serate della sagra a Donnici, di una gastronomia ufficiale gestita dall’Associazione provinciale cuochi cosentini che in Piazza Monsignor Bilotto darà vita ad un vero e proprio ristorante della sagra gestito da chef di grande valore della nostra provincia che proporranno pietanze da abbinare ai vini  Donnici.  Particolare interesse ha suscitato in conferenza stampa l’intervento di Gianni Boi, Direttore generale della cantina Spadafora 1915, la più antica in assoluto e tra le cinque che hanno aderito all’edizione di quest’anno (le altre sono: Cerza Serra wine, Rocca Brettia, Terre del Gufo e Tenute Paese). “Il vino – ha detto Boi -non è semplicemente una bevanda, ma racconta storie e particolarità di un territorio. E oggi il mercato riesce a recepire molto bene questi argomenti. Fino a dieci anni fa il nostro mercato – ha detto ancora Boi – era completamente in mano ai campani, ai siciliani, ai veneti. Ce n’è voluta per recuperare terreno. Noi della cantina Spadafora ci siamo preoccupati di valorizzare i vitigni autoctoni come il magliocco ed oggi i nostri prodotti sono considerati molto positivamente sui mercati nazionali ed esteri. Forse dovremmo impegnarci un po’ di più perché la crescita dipende dall’acquisizione di nuovi mercati”. 

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