Nel percorso intrapreso dalla commissione cultura del Comune di Cosenza, presieduta da Mimmo Frammartino, per la valorizzazione delle eccellenze cosentine e calabresi ed anche per il recupero delle nostre radici, è stato presentato, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, il libro di Sergio Filippo “Tocchi di colore sulla tela della vita”, pubblicato dalla casa editrice Apollo di Antonietta Meringola e che il Presidente della commissione cultura ha inserito in una delle molteplici rassegne dell’organismo consiliare: “Autori di terra di Calabria”. Prima di essere uno scrittore Sergio Filippo è un bravo medico, angiologo, con un consistente cursus honorum e di studi che lo ha portato in giro per l’Italia, ma anche all’estero.
Dal Liceo Classico “Telesio” alla laurea in medicina e chirurgia alla II Facoltà di Napoli, conseguita nel 1983, al perfezionamento all’Hôpital Saint Joseph di Parigi, crocevia delle più prestigiose eccellenze dell’angiologia, dove approdò con l’amico e collega Domenico Migaldi, recentemente scomparso ed al quale Sergio Filippo era molto legato. Il rientro in Italia è poi coronato dalla successiva specializzazione in Malattie dell’apparato cardiovascolare presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo, l’anticamera della sua professione di apprezzato medico angiologo. Se non fosse stato per la cocciutaggine di un altro medico, suo collega, Pino Barbarossa, che curiosando e sbirciando di sottecchi tra i fogli sparsi sulla scrivania di Sergio Filippo, dove quest’ultimo aveva annotato pensieri e riflessioni sulla vita, probabilmente questo libro non avrebbe visto la luce. E fu Pino Barbarossa a cogliere la sua vena autoriale e fargli notare che quelle riflessioni meritavano di essere pubblicate. E nel libro “Tocchi di colore sulla tela della vita” a firmare la prefazione è proprio il medico-giornalista Pino Barbarossa che ha dialogato con Sergio Filippo durante la presentazione del volume a Palazzo dei Bruzi.
Come non ha mancato di sottolineare Mimmo Frammartino durante la sua introduzione, “Sergio Filippo è un medico che diventa poeta e che ha un animo notoriamente sensibile”. Una sensibilità che dispensa a piene mani con i suoi pazienti. Il suo percorso di formazione, che ha poi trasferito nella professione, è, infatti, un percorso di umanizzazione della medicina che mette al centro e sopra ogni cosa il paziente verso il quale riserva attenzioni e comportamenti pervasi di empatia. E i suoi scritti, non proprio delle poesie, sono pennellate consegnate al lettore, attinte dalla tavolozza della vita e trasferite su tela, quasi che di quelle riflessioni, molto spesso appartenenti al suo privato, volesse rendere partecipe chi ha la sensibilità giusta per coglierne la profondità. “Tu chiamale se vuoi, emozioni” dice subito Pino Barbarossa nell’introdurre l’autore, evocando il testo della celeberrima canzone di Battisti. E in effetti tutto il libro è un caleidoscopio di emozioni. Diventa quindi sempre più labile il confine tra il medico e il poeta e non si sa esattamente dove finisce il primo e dove comincia l’altro. Barbarossa sembra mettere tutti d’accordo quando afferma che “la poesia non è estranea, per esempio alla politica”, fornendo un lotto di politici amanti dei versi. Tra questi, il primo presidente della Regione Calabria, Antonio Guarasci, ma anche Francesco Saverio Merlino. Quando è il turno di Sergio Filippo, l’autore svela che la base di partenza del libro sono state proprio le emozioni, i pensieri e le riflessioni sulla vita. Quasi un istinto o bisogno insopprimibile di trasferire ad altri il proprio stato d’animo. Riflessioni che invitano il lettore all’ottimismo, anche di fronte alle piccole o grandi avversità dell’esistenza. “Non bisogna scoraggiarsi – dice Filippo – e cercare di trarre una lezione di positività anche dalle vicende più tristi, di fronte, ad esempio, ad eventi come l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio del 2022, perché la vita è un arcobaleno composto da tanti colori. E’ il cuore che pennella le emozioni e le fissa sulla tela della vita, per esempio quando il sorriso di un paziente è la più grande gratificazione che può ricevere un medico”. E ancora: “ognuno di noi ha un ruolo nella società, l’importante è che venga svolto con passione. E’ bello sognare. Chi non crede ai sogni, non crede in se stesso, così come non c’è futuro, senza memoria storica”. La manifestazione a Palazzo dei Bruzi si è chiusa con la consegna di un riconoscimento da parte dalla Commissione cultura a Sergio Filippo che lo ha ricevuto dalle mani della consigliera Alessandra Bresciani. La dedica è anch’essa intrisa di poesia: “al medico dall’animo sensibile che penetra la realtà e ce ne racconta i colori”. La serata è stata impreziosita dall’esibizione del “Bucolique quartet” composto dai musicisti del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, Viviana Palermo, Selene Miracco, Camilla Vaccaro e Manuel Principe che hanno eseguito brani di Gordon Jacob, Johannes Brahms e Michele Ratti.