Cosenza-“Quasi senza accorgermene ho soggiornato nel campo magnetico di Fellini per tutti gli anni della mia formazione, quasi cinque lustri, dal 1969 al 1993”. Un tempo lunghissimo in cui si sono inanellate nella mente e nel cuore di Gianfranco Angelucci le storie nelle storie, i racconti nei racconti, la vita nelle tante, tantissime vite.
Nasce proprio da questo campo magnetico forte e da questo magma ancora in ebollizione “Segreti e bugie di Federico Fellini”, un libro-zibaldone che si propone al lettore in una veste di straordinaria vitalità e inedito camaleontismo in cui i percorsi non sono mai tracciati in maniera definitiva ma lasciati al “naso” di chi entra nelle pagine così da scegliere il sentiero che più gli aggrada, “anche saltabeccando a piacimento” come consiglia lo stesso Angelucci che, in questo lungo viaggio felliniano”, è stato, tra l’altro, lo sceneggiatore del film di Federico Fellini “Intervista” nel 1987.
Il volume presenta una narrazione “rapsodica” costellata in maniera rievocativa da racconti, notizie, riflessioni, aneddoti, indagini, finti segreti, spiragli, bugie, misteri, illusioni e verità inconfessabili che raccontano da più angolature uno degli artisti più prodigiosi e vitali del Novecento italiano a vent’anni dalla sua scomparsa.
Balzano incontro a chi legge le schegge cinematografiche raccontate nei dettagli più inediti e introvabili, i segreti sottaciuti , le bugie non rivelate e balzano, di più, verso il lettore i tanti nomi che hanno costellato l’esistenza del più “grande regista-mago della Settima Arte” che raccontano di quasi un intero secolo e sono i nomi della cultura novecentesca che hanno accompagnato e segmentato l’esistenza di Federico Fellini.
Perché raccontare di Fellini significa anche raccontare in maniera equivalente di un secolo e di un tempo che non c’è più ma che resiste tenacemente attraverso la narrazione per cui il libro di Gianfranco Angelucci ha il pregio di offrire un doppio punto di osservazione che s’irradia dentro l’uomo e l’artista Fellini e dentro la temperie culturale del Novecento. Ma soprattutto consente al lettore di conoscere e respirare l’uomo Fellini e non un personaggio statuario e marmoreo ma proprio l’uomo che è rimasto appiccicato all’Autore di questo “racconto senza precedenti” perché il “campo magnetico” di Fellini è difficile, se non impossibile, scrollarselo da dosso.