Raccontare e promuovere la Calabria attraverso l’arte contemporanea

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Francesco Fusi
COSENZA – Conclusa lo scorso 25 settembre la III sessione delle residenze artistiche BoCs Art – Cosenza, parte del ciclo  “La città del sole” in riferimento all’utopia del grande calabrese Tommaso Campanella, con la presentazione delle opere prodotte da 14 artisti invitati da Giacinto di Pietrantonio e Giovanni Viceconte.

Una scelta mirata questa dei due curatori, non solo verso un lavoro artistico che mostra una particolare attenzione verso  la pratica  del disegno e della parola come  mezzo  di espressione creativa, ma anche verso autori  capaci di sapersi rapportare con il territorio e la città. 

 Gli artisti durante il periodo si residenza (13-25 settembre 218) si sono approcciati con  il luogo  e i suoi abitanti, ricercando spunti interessanti ed input per poter raccontare attraverso  il proprio lavoro la città  di Cosenza o il suo territorio.  Il risultato di questa operazione, come sottolineano gli stessi curatori GiaDi Pietrantonio e Viceconte, «rappresenta  per gli artisti non solo un momento di  studio e di   riflessione sulla propria  ricerca, ma anche un modo per stabilire  interessanti  relazioni/collaborazioni   con  gli altri collegi presenti in residenzaInoltre, questa sessione ha permesso  al  progetto di  formulare  una nuova geografia di sperimentazioni artistiche e culturali  sul territorio e  agli artisti di stabilire diverse  forme di condivisione artistiche  con la città».

Cosenza come principale fonte di ispirazione ed incubatrice di quelle  dinamiche di carattere sociale, economico e politico, fonte di ispirazione degli artisti in residenza.

Per l’esempio dell’artista Gabriele Arruzzo, “Pensatore gioachimita”, un dipinto su tela ispirato alla filosofia teologica del monaco calabrese Gioacchino da Fiore. Alla cultura letteraria si ispira anche Marco Pace con  “Andromeda”, progetto figurativo e performativo dedicato al poeta cosentinoAngelo Fasan o, nel tentativo di evocare l’intensità e l’habitat identitario dell’essere.
Guardano alla Calabria  anche Sabrina D’Alessandro con  il  suo evento-performativo “IXV Censimento Peculiare”, legato al dialetto/lingua impiegando parole dimenticate e il doppio dipinto “Le gemelle”  di Francesco Fusi, in cui rivive la cultura degli arbëreshë, da secoli presente nel territorio cosentino
Al paesaggio incontaminato e selvaggio si ispira il disegno-scultura “Consenso” di Elisa Mossa, in cui due donne calabresi  diventano le protagoniste.
Hanno  lavorato al coinvolgimento attivo della città e degli stessi cittadini di Cosenza, che in alcuni casi  sono entrati a  far parte con le loro voci, azioni ed immagini  alla creazione dell’opera o parte di essa, l’artista tedesca Karin Andersen, che per la sua installazione “Licantropia Consentia”, composta da una serie di maschere/sculture e fotografie, ha coinvolto un gruppo di donne cosentine, in cui la diversità antropomorfa sviluppata dall’artista sui loro  corpi, non è solo percepita come qualcosa di negativo, ma al contrario può rivelarsi un’opportunità diarricchimento e di connessioni differenti.
L’antropomorfismo favolistico donna-animale è presente anche nell’installazione di disegni e suoni “De rerum natura” di Cristina Gardumi, che conduce i visitatori in un  mondo delle meraviglie e della sessualità,  raccontato dalle voci degli stessi  abitanti di Cosenza.
Anche il fiorentino Luca Matti, nel suo lavoro pittorico “Cosenza novel” viene fuori  il rapporto tra l’uomo, Cosenza e il lupo raccontato attraverso la sua tecnica in bianco e nero.
Infine, l’opera scultorea “Lingotti Fileja” del bresciano Gabriele Picco, realizzata con materiali del territorio dipinti di colore oro ed esibiti sotto forma di “lingotti”, sottolinea l’importanza e la preziosità delle risorse presenti in Calabria.  
Su una stessa linea rivolta ad una combinazione di segni come un racconto rivolto al territorio e alla città, si colloca  l’artista Rebecca Agnes con il suo  avoro “Quando i dinosauri non avevano le piume”, un diario  antologico di segni delle persone incontrate durante la residenza. Sullo stesso  concetto la Agnes ha proposto anche un diario illustrato dei giorni passati in residenza, in cui racconta i 13 giorni di questa esperienza cosentina.  
Meno legati alla cultura del territorio, ma con un occhio  più focalizzato alla tecnica artistica e ai nuovi mezzi offerti delle tecnologia i disegni di  Dario Guccio, l’opera-fumetto di Marco Pio Mucci, le immagini/MEME offerti attraverso istagram da Giulio Alvigini e la video-installazione“(Not yet) Raging Bull – Toro non ancora scatenato”  di Danilo Sciorilli.

MUSEO DIFFUSO

I suddetti lavori dei 14 artisti nei prossimi mesi saranno riproposti in mostra presso il  BoCs Museum e successivamente portati nelle case dei cittadini di Cosenza che ne faranno richiesta, creando un museo diffuso anch’esso volto a costituire una connessione tra arte e territorio.

 
 

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