MENDICINO (CS) – Un meridionale lucido e convinto. Un’analisi per certi versi spietata di un Sud che arranca, la voglia di risvegliare l’orgoglio meridionale narrando la Storia che i libri tradizionali omettono. «Recuperiamo la coscienza del perché ci troviamo in questa condizione di umani che valgono meno, di scuole in cui gli studenti valgono meno rispetto a quelli del Nord», dice a pieni polmoni Pino Aprile, protagonista di “Il Sud alla riscossa (?)”, terzo ed ultimo evento culturale di Radicamenti, il festival che sta svolgendo in questi giorni a Mendicino. Servizi sanitari scarsi, collegamenti ferroviari inesistenti in alcuni tratti del Meridione, aspettative di vita media sempre più basse, è quanto emerge dal quadro tratteggiato da Aprile. «È in corso la desertificazione del Sud, ce ne stiamo accorgendo un po’ tutti», continua. Notti estive nei trulli da non raccontare, i canti popolari del padre, ricordi che Pino Aprile condivide con il numeroso pubblico presente, piccoli ma incisivi esempi di quel patrimonio di ricchezze che il Sud ha, ma che spesso dimentica: «In Puglia la scoperta dei trulli è avvenuta con gli occhi degli stranieri», un fenomeno bizzarro che non tocca la Calabria «dove sta avvenendo qualcosa di straordinario: i Calabresi stanno conoscendo se stessi, quella calabrese è l’unica comunità che sta facendo un’autoanalisi collettiva per recuperare il rispetto di se stessi». «Per 150 anni il Sud ha creduto poco in se stesso, a Mendicino ci crediamo e ne siamo orgogliosi. Gli artisti che abbiamo invitato non sono qui per riempire una piazza, sono qui per lanciare il messaggio di un Sud che può essere la salvezza di un mondo che chiude le porte, mentre qui a Mendicino apriamo cuori e porte». All’imbrunire si accendono le luci. I vicoli si inebriano del profumo dei cibi etnici preparati dalle comunità che si sono stanziate sul territorio, le creazioni artistiche che ricordano i bozzoli da seta per mostrare il profondo legame di Mendicino con la sericoltura, il murales realizzato dai ragazzi dei centri Sprar, piccole ma significative pennellate di creatività che coniugano il passato e il presente di una città che da crisalide si tramuta in farfalla. Dal parco fluviale emergono le note dei “Tiradirittu”, gruppo popolare di Mongrassano, piazza Municipio si trasforma in un crocevia di etnie grazie al superbo concerto di Lutte Berg e la Flenvàrldsorkester. “Libertango” di Astor Piazzolla, “Masters of war” di Bob Dylan. Lutte e la sua orchestra prendono i brani e li trasformano, aggiungono quel tocco personale che li rende unici. Che siano brani attinti dal repertorio altrui o che siano scritti di proprio pugno, Lutte e la sua orchestra ammaliano. Siriani, svedesi, albanesi, algerini, nigeriani, tutti convivono sotto quel grande tetto che è la musica. Ieri sera in preda alla stanchezza avevo detto a me stessa: «Questa sera non rincaserò tardi». Inizia il concerto di Lutte: il primo brano, il secondo e così via. Lasciare il concerto? Impossibile!
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Oggi è l’ultimo giorno per i corsi gratuiti di danze e strumenti popolari all’interno dello spazio “Musica, Sud e identità”, l’1 settembre, infatti, alle 21 in piazza Municipio è prevista l’esibizione dei corsisti coordinati da Checco Pallone. Sarà proprio il direttore artistico a dirigere la Calabria Orchestra che debutta alle 22 in piazza Municipio con alcune guest star d’eccezione: Fabio Curto, Verdiana, Ciccio Nucera e Nino Stillitani. Il progetto di Calabria Orchestra è realizzato grazie alla sinergia fra il Comune di Mendicino, il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza e Calabria Sona. Al termine della prima esibizione della Calabria Orchestra, ci si trasferisce tutti al Parco fluviale dopo, all’interno degli appuntamenti del Dopo festival, ci sarà la jam session di musica tradizionale e oltre.
Sabato 1 settembre sarà mostrato al pubblico l’esito finale dei corsi di danze e strumenti popolari tenuti dai docenti, in maniera gratuita, a partire da lunedì 27 agosto. Alle 21 in piazza Municipio si terrà la performance dei partecipanti diretti dal maestro Checco Pallone. Il centro storico di Mendicino è stato animato dal corso di organetto tenuto da Antonio Grosso, da quello di tamburello e cornici con Massimo Cusato ed Enrico Gallo, quello di lira calabrese con Piero Gallina, zampogna con Oreste Forestieri, chitarra battente con Francesco Loccisano ed Emi Vaccari che ha tenuto quello di danze popolari.
Sabato 1 agosto è anche il giorno del concerto di Enzo Avitabile in piazza Duomo alle ore 22,30. Fra le ultime collaborazioni di Enzo Avitabile c’è quella sanremese con Peppe Servillo che domenica 2 settembre chiuderà Radicamenti su Monte Cocuzzo.
Rita Pellicori