MENDICINO (CS) – In teatro o in piazza, in Italia o all’estero. Potrebbero esibirsi ovunque perché ogni luogo diverrebbe casa e farebbe mettere radici. È il caso di Riccardo Tesi e Banditaliana che questa sera hanno regalato splendida musica al teatro comunale per Radicamenti, il festival culturale che si tiene a Mendicino. Quando imbracciano gli strumenti, Riccardo Tesi, Claudio Carboni, Maurizio Geri e Gigi Biolcati regalano sonorità raffinate che sanno di mare, di Mediterraneo e di viaggi. Venticinque anni di musica con Banditaliana, una carriera iniziata negli anni ’70 che lo ha portato a collaborare con grandi nomi del panorama musicale internazionale. Riccardo Tesi si concede e mi racconta di musica e della collaborazione con Fabrizio De Andrè che lo ha segnato.
D- Come e quando nasce l’esperienza di Banditaliana?
R – Nasce nel 1992 per un’occasione speciale al Festival dell’unità di Pistoia. Il direttore artistico mi chiese di fare un progetto e così pensai di riunire un paio di musicisti della mia zona perché in quel periodo stavo suonando con tutti musicisti stranieri, quindi progetti che mi obbligavano a viaggiare sempre. Avevo voglia di condividere un progetto con musicisti locali per poter sviluppare un pensiero musicale più a lungo termine, abitare nello stesso posto significa avere più tempo per provare, per incontrarsi più frequentemente.
D – Un percorso che tocca la musica popolare ma anche quella classica e il jazz…
R – Noi siamo musicisti di oggi quindi facciamo musica di oggi. Il fatto di essere partiti dalla tradizione è un punto di partenza, però, poi, per noi sono ugualmente importanti Miles Davidson, Fabrizio De Andrè o altri. Tutte esperienze musicali o ascolti musicali che poi nel momento della produzione escono fuori, fanno parte della musica che amiamo.
D – La musica popolare permette di raggiungere un numero ampio di persone oppure circoscrive il pubblico?
R- Facciamo una musica di nicchia rispetto ai numeri del pop, però, è una nicchia mondiale perché abbiamo suonato in tutto il mondo, quindi un pubblico che è vasto.
D – Tra le sue collaborazioni, anche quella con Fabrizio De Andrè. Che ricordo ha di Fabrizio?
R – Da ragazzino suonavo le sue canzoni con la chitarra, trovarmi in studio con lui dall’ altra parte del vetro è stata una delle emozioni più belle della mia vita insieme a quella di collaborare con Ivano Fossati, due cantautori tra i miei preferiti, ho avuto la fortuna di lavorare con i miei preferiti.
D – Se il suo organetto potesse parlare, cosa direbbe?
R – Parole d’amore
Rita Pellicori