REGGIO CALABRIA – Dopo le ciaramedde dell’Associazione Zampognari di Cardeto, i ritmi, i colori e il calore di Kassoumaye 2, il gruppo senegalese fondato da Ousmane Bodian, l’unione tra il coro gospel e swing dei Claps di Claudia Vadalà e le danze dell’Hen Dancer Center, il prossimo appuntamento in piazza Duomo intorno all’albero è per venerdì 30 dicembre, a partire dalle 17.30.
Valentina Balistreri e Claudio Altimari, ormai ben conosciuto con il progetto Aliunde, interpreteranno i brani dell’album “Bonu e malu tempu” accompagnati da due musicisti di altissimo livello: Tonino Labate alla batteria e Davide Beatino al basso elettrico. Beatino, in particolare, poliedrico musicista reggino, è un compositore con un curricul di tutto rispetto: oltre ad essere il bassista del cantautore Samuele Bersani, per il quale ha prodotto diversi arrangiamenti e musiche, ha suonato per Stefano Rosso, Fiordaliso, Marina Rei, Amedeo Minghi, Mariella Nava ed ha fatto parte dell’orchestra di musica leggera della Rai diretta dal maestro Pippo Caruso nel programma Novecento condotto da Pippo Baudo.
La scelta di Carmelo Basile, amministratore di Fattoria della Piana, di far chiudere gli eventi sotto l’albero del 2016 a quattro interpreti così importanti per la storia di Reggio e della Calabria, è stata fatta non solo per la bellezza e la qualità delle melodie, ma anche per la totale condivisione della proposta di una novità culturale che non si accontenta di rifarsi a moduli espressivi già esistenti, ma guarda “oltre”, come un albero che cresce verso l’alto pur mantenendo le sue radici nella terra. Le musiche di “Bonu e malu tempu”, infatti, pur traendo ispirazione dal retroterra culturale calabrese, si spingono molto oltre i limiti della tradizione, entrando in territori inusuali, caratterizzati dalla presenza di melodie e arrangiamenti che guardano tanto alla world music quanto alla canzone d’autore, con una particolare attenzione alla ricerca delle sonorità. I testi trovano nel dialetto una risorsa di primaria importanza per trattare contenuti universali, con un taglio espressivo che li lega al vissuto calabrese, guardando spesso al linguaggio lirico di ascendenza letteraria. Il progetto aspira a offrire un’immagine rinnovata del linguaggio poetico-musicale calabrese, uscendo dagli schemi precostituiti e dai cliché: un’immagine capace di rappresentare e trasmettere valori provenienti dalla cultura internazionale e da quella locale, da quella “alta” e da quella “popolare”.