COSENZA – La Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi assegna un riconoscimento a Sergio Chiatto, il primo laureato dell’Università della Calabria. A rendere ancora più istituzionale l’iniziativa, la presenza dell’Assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri e del vicesindaco del Comune di Cosenza Luciano Vigna. Sono intervenuti anche i consiglieri Mimmo Frammartino e Francesco Perri e poi, tra gli altri, il senatore Massimo Veltri che ha messo in luce il profilo essenzialmente umano di Sergio Chiatto, di cui è amico dal 1959, e Clemente Sicilia, presidente del Rotary Club di Cosenza, che ne ha esaltato la disponibilità verso il prossimo.
Sergio Chiatto è stato un indiscusso protagonista del calcio a Cosenza e in Provincia, dal 1966 al 1982. La sua passione calcistica ha avuto anche una parentesi da arbitro nei quadri federali. Un’esperienza quest’ultima non passata affatto sotto silenzio. E lo ha testimoniato la presenza ieri a Palazzo dei Bruzi, dell’ex calciatore Walter Perrotta, già attaccante del Cosenza che è stato delegato dalla sezione arbitri di Cosenza a consegnare a Chiatto il gagliardetto dell’AIA. Ma lo sport è solo una componente importante, anche se forse prevalente, nella vita di Sergio Chiatto. C’è poi quella di collaboratore di diversi quotidiani e periodici, a cominciare dal “Giornale di Calabria” di Piero Ardenti, così come l’iperattivismo nel mondo dell’associazionismo e dei club service, come dimostra la sua appartenenza dal 2001 al Rotary Club, nel quale ha ricoperto gli incarichi più importanti e di vertice.
Quando viene chiamato in causa, oltre ai ringraziamenti doverosi per la Commissione cultura, Sergio Chiatto ha risposto alle diverse domande che sono arrivate dal pubblico, confessando senza reticenze che è lo sport ad averlo appassionato maggiormente “perché è quel mondo che mi è rimasto più impresso e che mi ha dato la carica. Poi ho capito che non era più il mio tempo e mi sono dedicato ad altro.” E raccogliendo l’applauso del pubblico raggiunge la moglie Maria e le figlie Tatiana e Amanda, sedute in platea.