“Ricrii XII”, sabato 21 marzo “Panenostro” di Rosario Mastrota

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Panenostro-ph-Alessija-SpagnaLAMEZIA TERME (CZ) – Sabato 21 marzo alle ore 21.00 presso il Teatro Umberto di Lamezia Terme ci sarà il prossimo appuntamento della rassegna teatrale “Ricrii XII” diScenari Visibili con “Panenostro” della Compagnia Ragli e con Ernesto Orrico.

Il Teatro che si fa sociale. Panenostro, pubblicato nei libri Per voce sola13 – Nero su bianco Edizioni e Sciugarfrì – Loquendo Editore, testo difficile, reso con una scrittura tesa e cruda, intima ed emotivamente carica, si è aggiudicato il terzo posto a Genova nel Contest “Per voce sola”  (primo premio riservato al monologo teatrale).

Scritto dal giovane autore calabrese Rosario Mastrota con la bella prova d’attore di Ernesto Orrico, Panenostro, ha debuttato nel febbraio 2014 a Roma – Teatro Tordinona.

Giuseppe fa il pane, ama impastarlo e creare i suoi “figli” di farina e acqua; è panettiere da generazioni, figlio e nipote di emigranti calabresi in un nord algido che gli ha regalato la vita; nella sua panetteria intrisa di sud, il panettiere calanordico o nordcalabro perfeziona l’eredità di un mestiere. E’ il panettiere del quartiere, Giuseppe, vive senza falsità, ingenuo, come gli ingredienti amalgamati nella sua umile missione di fornaio. E quella stessa umiltà, palesata con la sottomissione remissiva all’imposizione malavitosa, lo rende inconsapevole finanziatore del meccanismo della onorata ‘ndrangheta calabrese radicata al nord: “Papà pagava e pure nonno pagava”. La casualità arriva portata dalla rabbia, in modo bestiale, dopo lunghe sopportazioni, ed è bella, intima, solo per un attimo, poi, però, è letale. Perché quell’unica colpa casuale, quell’unico lampo bestiale di umanità, diventano espiazione di un’unica vita. “Rimetti a noi i nostri debiti” è la prosa avulsa dalla realtà. Farsi giustizia uccidendo, soccombere alla giustizia per aver ucciso, lascia un debito: non avere giustizia.

“La penna di Rosario Mastrota dipinge ancora una volta scenari drammaturgici intensi, vivaci, roboanti. Una contrapposizione istintiva, seppur sotto il giogo dell’imposizione prepotente, che sfocia nel reagire tutt’altro che civile. La violenza scaturita dalla miseria senza cui non esisterebbe il giusto”.  (Emilio Nigro – Tamburo di Kattrin)

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