COSENZA, 14 GIU 2012 – Il ruolo dei Musei va ripensato. Non più luoghi chiusi deputati alla mera conservazione degli oggetti, ma vere e proprie agenzie di mediazione culturale erogatrici di servizi pubblici con funzioni molto più sociali, in grado di utilizzare nuovi linguaggi e nuove forme di comunicazione per diventare veri e propri centri di produzione di conoscenza.
E’ questo l’identikit della nuova concezione di museo scaturita questa mattina dal confronto sulle buone pratiche di gestione degli spazi culturali calabresi, promosso dall’Assessorato regionale alla cultura e dall’Amministrazione comunale insieme alla ICOM (Comunità Internazionale dei Musei) e svoltosi al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, sede privilegiata di questa importante fase di ascolto della comunità museale calabrese e di apertura di un confronto in grado di promuovere una crescita comune.
L’importante riflessione è stata arricchita da un parterre di tutto rispetto: dall’Assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri, al Presidente di Icom Italia Alberto Garlandini, accompagnato dal segretario nazionale Luca Baldin, al Direttore regionale del MIBAC Francesco Prosperetti.
A rappresentare l’Amministrazione comunale, l’Assessore alla comunicazione Rosaria Succurro, in sostituzione del Sindaco Mario Occhiuto, impegnato fuori città, e la direttrice del Museo dei Brettii Marilena Cerzoso.
A coordinare i lavori è stata Marianella Pucci del Direttivo nazionale di ICOM, l’organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti museali impegnata a preservare il valore del patrimonio culturale.
Dopo aver ricordato le attenzioni riservate dalla Regione Calabria al settore della cultura con investimenti economici costanti e cospicui, derivanti nella maggior parte dei casi da fondi europei, l’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha sottolineato nel suo intervento “la necessità promuovere e valorizzare il patrimonio culturale di cui la Calabria dispone, nel quale si collocano, come parte integrante, proprio i Musei.” A proposito del Museo dei Brettii e degli Enotri Caligiuri ha ipotizzato di incentrarne l’attenzione su Alarico, “uno spaccato significativo e simbolo di grande attrattività per garantire alla struttura ospitata nel complesso monumentale di S.Agostino più degli 8 mila visitatori totalizzati annualmente.
Lo spazio per la crescita dei Musei calabresi c’è, eccome – ha detto ancora l’Assessore Caligiuri. Occorre fare sistema tra musei nazionali, regionali e diocesani e percorrere la strada della qualità che è l’unica possibile.”
Caligiuri ha anche riferito i dati di una ricerca secondo la quale 6 italiani su 10 non visitano i musei o le aree archeologiche. “Una tendenza – ha aggiunto l’Assessore – che può essere invertita, a patto che i musei abbandonino la loro connotazione elitaria per diventare, in una concezione molto più democratica, spazi fruibili da tutti.
E poi – questo l’ulteriore convincimento di Caligiuri – la cultura deve produrre reddito ed essere posta sempre di più al centro della nostra vita, anche per contrastare la mala pianta della criminalità organizzata, la vera palla al piede della nostra regione.”
Il saluto del Sindaco Mario Occhiuto è stato portato dall’Assessore alla comunicazione Rosaria Succurro. “Investire in cultura può assicurare delle significative ricadute sul piano sociale ed economico – ha affermato la Succurro. L’Amministrazione comunale sta portando avanti una serie di attività volte proprio alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e il Museo dei Brettii è uno dei tasselli più importanti di questo mosaico, come testimonia anche il primo posto riportato nel bando regionale con il quale sono stati erogati i fondi al comparto museale calabrese, segno che si sta lavorando con serietà e competenza. Occorre ora avviare una fattiva cooperazione che valorizzi ulteriormente il lavoro fatto sinora.”
Un diverso approccio nei confronti dell’universo-museo è quello che è stato propugnato dalla direttrice del Museo dei Brettii Marilena Cerzoso. “Il museo deve superare la logica della conservazione fine a se stessa per diventare laboratorio di idee ed instaurare un dialogo con il territorio e la società civile che ne faccia veramente un luogo dove comunicare e dilettarsi.”
Per la Cerzoso “occorre anche superare la logica dell’apologia d’ufficio del museo che è essa stessa un limite alla sua conoscenza”. Ed ha indicato la strada di “una sempre maggiore qualificazione del personale per garantire quegli standard di qualità richiesti dalla normativa vigente. Grazie al sostegno dell’ICOM, oggi – ha detto ancora Marilena Cerzoso – i musei possono sentirsi meno soli, ma perché non siano delle meteore è indispensabile che si arrivi ad un coordinamento tra loro per incidere di più e conquistare posizioni di autonomia gestionale.”
Per il Presidente nazionale di Icom Italia Alberto Garlandini “i musei devono diventare luoghi di dialogo e di contagio interculturale, specialmente in una società come la nostra, sempre più orientata verso il meticciato. I musei avranno ancora senso se sapranno infondere nuova linfa e una nuova capacità di apertura ed affrontare i cambiamenti imposti dai tempi.” E dal Presidente Garlandini non sono mancate le proposte concrete che vanno dalla necessità di un sistema culturale più cooperante e integrato non disgiunto dalla capacità di agire in rete nei fatti e non nelle discussioni accademiche, alla sperimentazione di nuovi modelli di gestione pubblico-privati, allo spazio da dare alle priorità senza disperdere le già poche risorse a disposizione, alla professionalizzazione del capitale umano.
La strada è stata tracciata, ma il futuro dei musei non è completamente in discesa.
(Ufficio stampa Comune di Cosenza)