Sul palcoscenico del Rendano nuova veste per Romeo e Giulietta: il capolavoro shakespeariano più riprodotto, forse più amato, rinasce a Cosenza con la regia di Giuseppe Marini. L’originalità del regista risiede anche nell’aver portato sulla scena un cast di attori giovanissimi, con l’intento di rappresentare meglio lo spirito della storia d’amore di due adolescenti veronesi, figli di due storiche famiglie rivali. L’intreccio della storia, inoltre, viene spostato nel tempo. Romeo e Giulietta vivono nella Verona dell’Ottocento, in luogo di quella medievale. I personaggi si snodano e si raccontano nel periodo del pieno Romanticismo. L’opera teatrale sull’odiato Amore, proposta al pubblico in sala, appare fin da subito più moderna, di estremo impatto visivo ed emotivo. Si sente, nella ricostruzione dei personaggi, l’influenza che Marini coglie da Oscar Wilde e Goldoni. Le scene di Alessandro Chiti, in quest’opera di ammodernamento, creano sul palco un teatro nel teatro. Non esiste qui la famosa balconata ma un palchetto con delle scale, dove gli attori si muovono in maniera molto disinvolta. Al cambio di scena e di musica lo sfondo del palco cambia colore di volta in volta (dal rosa passa al viola, poi al blu). Le musiche originali di Marco Podda danno alla rappresentazione un po’ di ritmo, a contrastare l’inizio piuttosto lento tra un cambio di scena e l’altro. Lo spettacolo si apre con un libro polveroso, che verrà per tutto il dramma consultato da Romeo nelle sue esposizioni sull’amore. Da questo particolare si evince chiara la volontà del regista di voler mettere in evidenza l’importanza dei versi, della poesia, della lettura trascurati nella nostra società multimediale. Emerge dallo spettacolo anche la freschezza e la bravura degli attori nel padroneggiare la scena. Romeo interpretato da Lucas Waldem Zanforlini, rappresenta il capriccio e l’innocenza della sua età, inghiottito da un turbinio d’amore, forse troppo grande per lui : “Il mio unico amore viene dal mio odio”. Innamorato dapprima di Rosalina, incontra ad un ballo in maschera (inizio del caso e della malasorte) organizzato dai Capuleti, Giulietta e “un nuovo fuoco che spegne il vecchio”. Visione pura dell’Amore la sua: “In amore non esistono mura”. Romeo è anche preda dell’incoscienza e si macchia di un delitto. Uccide, in difesa del suo amico Mercuzio, il cugino della sua amata, Tebaldo, finendo così in esilio. In contrapposizione all’amore puro di Romeo sta la figura prepotente e straniante di Mercuzio, un attaccabrighe simpatico interpretato magistralmente da Mauro Conte. La sua è al contrario una visione materialista dell’amore, legato com’è alla bellezza esteriore. “L’amore è una cosettina […] è dei pazzi” ritiene. La morte di Mercuzio, per mano di Tebaldo, darà inizio ad una serie di morti a catena che porteranno alla distruzione definitiva della coppia. Giulietta interpretata da Eleonora Tata è apparsa inizialmente intimorita dal pubblico. Quattordicenne, sottomessa ad un padre-padrone, promessa in sposa al duca Paride, si ribella alle imposizioni familiari e urla al mondo il suo amore sofferto e straziante. Emozionante e toccante come sempre la celebre frase: “Romeo, perché sei tu Romeo, rinnega tuo padre… lascia il tuo nome”. Nelle dinamiche del dramma prendono parte altri personaggi che potremmo definire messaggeri d’amore “utili” a spezzare il ritmo drammatico; concedono al pubblico qualche risata: la sgraziata bisbetica e volgare nutrice di Sonia Barbadoro accompagnata da un servetto veronese. Prima complice di Giulietta nel facilitare il suo rapporto d’amore con il suo Romeo, poi sostenitrice del duca Paride. Figura determinate nello sciogliersi delle dinamiche d’amore il confessore della coppia, frate Lorenzo, interpretato da Fabio Bussotti che, esprimendosi con un vocabolario religioso e mistico, porta ad alcune sagge riflessioni. Dapprima accusa Romeo di amare solo con gli occhi poi sarà lui stesso a dire a Giulietta: “Lì c’è un marito che vuole farti moglie”. Il frate inoltre provocherà la morte apparente di Giulietta e quella reale di Paride e Romeo. Tante le scene sono ricche di pathos. Durante lo spettacolo la scena del primo bacio e quella della corsa al matrimonio (i due attori in scena corrono verso l’amore, cadendo più volte) coinvolgono il pubblico in maniera particolare. Ma è la scena finale la più emozionante. Romeo, dopo aver ucciso Paride, prende tra le braccia una Giulietta apparentemente morta e la avvolge a sé, poi ingerisce il veleno, “goccia amica” e si suicida. Giulietta al suo risveglio trova il suo amato morto e decide di morire d’amore insieme a lui. La storia di amore e odio si conclude con la successiva riappacificazione tra le due famiglie. Sul finale si ascoltano in sottofondo le parole del primo incontro tra i due: “Io raccolgo il frutto della mia preghiera. Ecco, le tue labbra hanno purgato le mie del loro peccato”. Romeo bacia Giulietta.
Rossana Muraca