COSENZA – Arriva per la prima volta in città la nuova produzione di Scena Verticale “Il diario di Adamo ed Eva” in scena domenica 9 dicembre alle ore 18.00 al teatro Morelli di Cosenza.
Lo spettacolo diretto da Dario De Luca racconta il mito biblico, in un lavoro che affascina grandi e piccoli. La nuova produzione della pluripremiata compagnia di Castrovillari si ispira liberamente all’omonimo romanzo di Mark Twain per affrontare con leggerezza e sarcasmo gli stereotipi che da sempre hanno diviso il mondo maschile da quello femminile. Adamo ed Eva si ritrovano improvvisamente catapultati nel giardino dell’Eden, ma non vanno per niente d’accordo.
In scena due giovanissimi attori: Elisabetta Raimondi Lucchetti e Davide Fasano nei panni dei primi abitanti del pianeta. La guerra dei sessi è antica quanto l’umanità.
Ed è quello che scopre Mark Twain traducendo il manoscritto originale – come lui stesso scrive con il suo consueto senso dell’umorismo – dei diari di Adamo ed Eva. Partendo da questa “storica” traduzione, lo spettacolo racconta le inquietudini ed il modo di pensare dei primi esseri umani, che cercheranno di intendersi nonostante le loro evidenti diversità. Una storia di costole, serpenti e mele qui si trasforma in una dissertazione sulle relazioni tra uomo e donna usando le armi dello humor e del nonsense. Avremo accesso ai pensieri segreti del primo uomo e della prima donna, constatando con allegria che le relazioni tra i due sessi non sono poi così cambiate da quando Dio ha creato il nostro mondo. Scopriremo infatti che questa coppia dell’Eden non è molto diversa da qualsiasi altra coppia di oggi, che essa viva a New York, Parigi o Cosenza.
Con Il diario di Adamo ed Eva si avvia una riflessione che parte dall’archè e torna all’archè per raccontare ai ragazzi che la differenza di genere non porta allo scontro: la differenza di genere è la grande arma dell’uomo per affrontare la vita, in una società sempre meno abituata a cogliere la diversità come un valore aggiunto.
Uno spettacolo rivolto ai più piccoli che strizza l’occhio al pubblico adulto, consigliato da o a 99 anni.